Lazio, non resta che piangere! Europa League, lo Sparta fa tre gol nel primo tempo e passa ai quarti Nella ripresa neanche l’orgoglio di provarci. Lotito e Pioli contestati

Sparta Praga vince sulla LazioGame-over. L’Europa non c’è più per merito dello Sparta Praga che spinge la Lazio all’inferno. Stagione finita, fallimentare, tutto sbagliato e così la banda di Pioli può già andare al mare a riflettere sui propri limiti. L’ultima superstite del calcio italiano abbandona l’Europa League, nell’urna di Nyon non ci sarà nemmeno una nostra squadra nelle due coppe continentali (non accadeva da quindici anni). La Lazio chiude il cerchio con una prova vergognosa, macchiata dagli errori di Bisevac e Hoedt che aprono un’autostrada alla squadra ospite. Uno-due micidiale all’inizio poi il tris al tramonto del primo tempo, passaggio del turno archiviato per lo Sparta che proverà a sfidare le grandi nei quarti. Ripresa solo pro-forma per certificare la serata maledetta dei biancocelesti incapaci anche di salvare l’onore e per acuire la contestazione a Lotito primo colpevole dello scempio attuale insieme col diesse Tare anche lui pesantemente sul banco degli imputati. Restano nove partite di campionato da onorare, soprattutto un derby da giocare con dignità poi scatterà la rifondazione totale ma sarà difficile dimenticare questa notte maledetta con le lacrime finali di Candreva e la fuga di Biglia capitano per caso.

AVVIO CHOC, SUPER SPARTA

Si parte con la Lazio in vantaggio nel punteggio (1-1 all’andata) ma scellerata nella condotta tattica. Invece di chiudere gli spazi, Pioli manda in campo una squadra offensiva, tutta all’assalto, un 4-2-3-1 molto sbilanciato con Mauri in mezzo le linee a cercare di fare male ai cechi. Mai errore fu più fatale da parte del tecnico perché lo Sparta aspetta, si chiude e riparte. Al 10’ la prima doccia gelata con Dockal bravissimo a colpire dal limite dopo un disimpegno errato della coppia Bisevac-Parolo. Il colpo è tremendo perché nell’azione successiva (sono trascorsi solo sessanta secondi) Hoedt sbaglia un rinvio elementare e lancia Krejcl che stoppa e trafigge ancora Marchetti. Un disastro. Mauri ha sul sinistro il gol che potrebbe riaprire i giochi ma il portiere Bicik fa girare ancora di più la qualificazione verso Praga. Dopo venti minuti di pressing totale la Lazio si arrende per la terza volta: cross di Dockal, girata vincente di Julis. Lo 0-3 è pesante, Pioli allibito in panchina, l’Olimpico contesta Lotito.

RIPRESA SENZA SUSSULTI

Ci sarebbe una montagna da scalare, segnare quattro gol, la Lazio nemmeno prova a farlo. Solo tanti cori contro Lotito, Pioli e i giocatori: tutti colpevoli in misura uguale. Il resto è tanta noia, la gioia dei tremila tifosi ospiti e l’amarezza di quelli di casa per una squadra troppo brutta per essere vera. Il conto arriva puntuale alle fine di una stagione costellata da errori di valutazione e di mercato: dare fiducia al gruppo storico del terzo posto è stato un boomerang che è arrivato sulla testa del presidente biancoceleste nella serata più attesa. Niente quarti di finale di Europa League, solo rabbia per una gestione che ha confermato ancora una volta i suoi limiti nel momento dell’agognato salto di qualità. Non resta che piangere, davvero stavolta.

Il Tempo