Il birrificio sammarinese lascia Falciano per realizzare un nuovo stabilimento alle porte di Urbino. Sette dipendenti in mobilità. Un pezzo di Repubblica trasloca in Italia, lasciando a piedi altri lavoratori e privando San Marino di un marchio che aveva fatto il giro del mondo e, con le sue “bionde” dai nomi stravaganti, fatto girar la testa a parecchi.
Stiamo parlando di E Figoun, La Mi Dòna, La Putèna e La Tabachèra, famose etichette della “birra Amarcord”, glorioso brand sammarinese, che dalla sede di via Tabellione 15 a Falciano si sposterà a Pian di Molino, una zona artigianale di Apecchio, cittadina alle porte di Urbino. Prezzi stracciati per tirar su il nuovo stabilimento, condizioni quelle proposte dai marchigiani che i titolari dell’ Amarcord non potevano rifiutare. Perciò si trasloca al nuovo indirizzo (già inserito sul sito ufficiale www.amarcord.it ) e i dipendenti che facevano birra all’ombra del Titano, 6 o 7 in tutto, vanno in mobilità. (…)
I titolari dell’Amarcord (soci anche dell’acqua Galvanina di Rimini) hanno già comunicato ufficialmente il cambio di bandiera. Non è più conveniente fare gli imprenditori a San Marino? A quanto pare le cose stanno proprio così, o perlomeno la birra è più vantaggioso farla da un’altra parte. E pensare che risale solo ad un anno fa l’accordo sottoscritto tra governo, sindacato, associazioni industriali e i titolari del birrificio, per investire in Repubblica. (…)
Ora però il birrificio, che tra gli estimatori delle “bionde”, è diventato un marchio di “culto”, andrà a creare occupazione nelle Marche.
San Marino OGGI