Le contraddizioni nell’ ”antifascismo moderno” nell’ultimo editoriale di Sergio Pizzolante

Nel suo recente editoriale Sergio Pizzolante esplora le contraddizioni e le complessità dell’antifascismo contemporaneo, un tema di grande rilevanza nel dibattito politico e sociale. Pizzolante critica apertamente l’atteggiamento di alcuni esponenti della sinistra e dei media nei confronti dell’antifascismo, descrivendoli come gestori di un “franchising antifascista”.

Pizzolante punta il dito contro figure mediatiche come Lilli Gruber, Giovanni Floris e Corrado Formigli, che secondo lui idolatrano un personaggio come Piercamillo Davigo che rappresenta ideali contrari agli autentici valori democratici e antifascisti. Egli evidenzia come questi conduttori televisivi mostrino ammirazione e eccitazione per le opinioni di questo individuo, nonostante le sue vedute criticate su democrazia e istituzioni politiche.

Secondo Pizzolante, il personaggio in questione sostiene che il sistema politico sia fondamentalmente marcio e corrotto, e che le istituzioni democratiche siano degenerate. Questa visione radicale, come sostiene Pizzolante, è problematica perché dipinge tutti i partecipanti al sistema democratico come corrotti e marci, senza distinzioni ma vi è una contraddizione fondamentale secondo Pizzolante: i cosiddetti antifascisti che ammirano una figura con un cuore “nazistoide”. Questo paradosso, secondo Pizzolante, mostra come alcuni antifascisti possano inconsapevolmente supportare ideali che minano le istituzioni democratiche che affermano di difendere.

Nell’editoriale, Pizzolante cita anche la reazione di personalità come Fedez, notando una sorta di scandalo misto a divertimento nel modo in cui il pubblico e i media reagiscono a queste dinamiche ed invita a una riflessione critica sul significato dell’antifascismo nel contesto contemporaneo e sul modo in cui viene percepito e gestito da media e politica.

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