Le cucine Febal a San Marino E i dipendenti diventano precari. Confermati i 100 posti di lavoro, ma i contratti vanno rivisti

febalLA FEBAL CUCINE di Pesaro, dal 2009 nelle mani del Gruppo Colombini, sarà trasferita ufficialmente a San Marino. L’annuncio era arrivato qualche mese fa da parte della proprietà che ha sede sul Titano, ma all’inizio di luglio è arrivata la comunicazione ufficiale a sindacati e istituzioni del trasferimento in terra straniera del ramo d’azienda che riguarda sia il marchio Febal che Rossana, dove oggi sono occupati circa 100 lavoratori. Il Gruppo Colombini aveva subito manifestato l’intenzione di non tornare sui propri passi. Nel 2015 scadrà il contratto d’affitto dello stabilimento dove vengono prodotte le cucine. A San Marino, poi, il gruppo è proprietario di uno stabilimento e potrà godere di agevolazioni fiscali, oltre a una burocrazia ridotta. A nulla erano servite le proposte dell’allora presidente della Provincia e oggi sindaco di Pesaro, Matteo Ricci: «Appena i rappresentanti del Gruppo Colombini ci avevano annunciato il trasferimento – dice – avevamo proposto l’azzeramento delle tasse comunali per tre anni ma anche un possibile abbassamento del costo dell’affitto degli attuali capannoni, pur di rimanere a Pesaro. I Colombini però ci avevano detto di non poter accettare le proposte e che, pur garantendo di mantenere gli attuali posti di lavoro a San Marino, avrebbero proceduto con il trasferimento della Febal». 

MA ora si apre la partita sulla tutela delle condizioni contrattuali e di lavoro dei dipendenti che saranno trasferiti entro fine anno. Perché in questo caso non si tratta di un semplice passaggio tra un’azienda ed un’altra o da una sede all’altra, ma di un trasferimento di lavoratori italiani in uno stato straniero, dove vengono applicate delle leggi sul lavoro differenti. Sono infatti presenti diversi inquadramenti, contratti, ma anche tasse e contributi da applicare. Si tratterebbe in sostanza di una specie di contratti a tempo determinato, dove l’azienda chiederebbe al governo sammarinese il nulla osta lavorativo per chi arriva dall’Italia. Proprio su questo si stanno confrontando proprietà e sindacati: «Ci siamo incontrati anche ieri – spiega Giuseppe Lograno, segretario Fillea-Cgil di Pesaro e Urbino – per cercare di trovare un accordo con l’azienda sulle condizioni di trasferimento dei lavoratori, ma siamo ancora in fase di discussione. Siamo di fronte ad una trattativa molto delicata».

Il Resto del Carlino