Le mance di Renzi non funzionano: il No al referendum resta avanti

matteo-renziLe mance e le promesse non servono a nulla. Gli italiani hanno compreso il bluff di Matteo Renzi.

E, come spiega la Stampa, più il premier spinge “l’acceleratore di provvedimenti gratificanti per milioni di cittadini più i sondaggi restano fermi”. Il fronte del No resta, infatti, saldamente in testa nei sondaggi. Secondo la rilevazione pubblicata oggi dal Sole 24Ore, “il No al 34%, il Sì al 29%, mentre gli astenuti e gli incerti sono a quota 37 per cento”.

Renzi rischia un flop senza precedenti. Quando mancano tre settimane al referendum sulle riforme costituzionali, il premier si accorge che nemmeno le mance e le promesse riescono a spostare i sondaggi. Gli italiani sono fermamente convinti di votare “no”. Il 4 dicembre rischia così di trasformarsi nella sua Caporetto. Nemmeno lo stanziamento della quattordicesima a più di due milioni di pensionati, ha sortito un effetto apprezzabile nelle intenzioni di voto. “Dopo due mesi di campagna elettorale – si legge sulla Stampa – è come se l’emittente dei messaggi si fosse opacizzata, è come se l’efficacia della narrazione renziana e del suo artefice avessero perso mordente e credibilità”. Questo perché, secondo Roberto D’Alimonte, a incidere sul giudizio negativo sono i giudizi sia sul governo sia sullo stesso premier. “Purtroppo per Renzi questo giudizio finisce con l’influenzare la decisione di voto – spiega il politologo – così la valutazione favorevole sui singoli aspetti non si traduce in un giudizio positivo sul complesso della riforma. E tanto meno in un Sì al referendum. Il senso è chiaro: si vota no alla riforma per votare contro il premier, anche se – tutto sommato – se ne condividono i contenuti”.

Sul Sole 24Ore D’Alimonte spiega che alcuni contenuti della riforma costituzionale non dispiacciono agli italiani. Nel complesso, però, l’impianto viene bocciato. Quello che non convince è il trasferimento delle competenze delle Regioni allo Stato Scrive D’Alimonte. “Il 57% è d’accordo sul fatto che la maggior parte delle leggi possa essere approvata solo dalla Camera – spiega – addirittura l’83% ritiene positivo che il governo possa chiedere alla Camera di deliberare su alcuni provvedimenti in tempi certi. Ma anche sulla composizione del Senato e sulla clausola di supremazia la maggioranza di giudizi è positiva”.