Nel 1980, a Mosca, Pietro Mennea e Sara Simeoni vincono l’oro olimpico dei 200 mt e del
salto in alto.
In quegli anni, l’Italia e il mondo, ma soprattutto l’Italia, erano dentro quella che, anche allora, era considerata la più grande crisi di sempre, dopo la guerra.
Crisi petrolifera, si andava a fare la fila per riempire le bottiglie di benzina, le monete erano sostituite da biglietti di carta stampata, si poteva andare in auto un giorno si e uno no, l’Austerity, esplodevano le bombe per strada, venivano ammazzati, politici, magistrati, sindacalisti: il terrorismo.
L’inflazione al 20%. Gli stipendi perdevano il 20% di valore ogni anno.
Per finanziare stipendi e pensioni lo Stato pagava i buoni del tesoro sino al 25% all’anno.
Disoccupazione mostruosa.
Ma nel 1980 Mennea e Simeoni vincono l’oro, nel 1982 gli azzurri di Paolo Rossi vincono il mondiale. Un grande Presidente, Sandro Pertini, diventa il Padre della Nazione contro il terrorismo, arriva il primo Presidente del Consiglio di cultura liberal socialista, un riformista autentico, un modernizzatore, fuori da ogni schema precedente, Bettino Craxi.
Oggi, pandemia, lockdown, mascherine, disoccupazione, moria di imprese, vaccini….ma, Mattarella, Draghi.
Oro nei 100 mt e nel salto in alto alle Olimpiadi.
Con Jacobs e Tamberi.
Siamo i più veloci e andiamo più in alto.
40 anni esatti, quasi.
Perché il 2020 è diventato 2021.
40 anni fa iniziava una corsa nuova.
In pochi anni abbiamo sconfitto terrorismo e inflazione. L’Italia che cresceva meno degli altri in Europa, inizia a crescere il doppio della media europea. La disoccupazione scende verticalmente. Entriamo nel G7, fra le principali potenze del mondo. Superiamo l’economia inglese, siamo a ridosso della Francia, siamo la quarta economia del mondo.
La moda italiana, lo stile di vita, conquista i continenti.
Vedo luce davanti a noi.
La disoccupazione inizia a scendere, cresciamo in Europa più di Germania e Francia, dopo 30 anni dietro.
Abbiamo sempre dato il meglio di noi sotto stress.
Siamo fatti così.
Vedo luce davanti a noi.
Sergio Pizzolante
