Le piazze della vergogna … di Sergio Pizzolante.

Le piazze della vergogna sono quelle che non ci sono. Quelle che la Cgil non convoca, quelle che l’Usb non presidia, quelle che i Propal non sfasciano, quelle dei talk che non si indignano, quelle degli “intellettuali” che non ci fanno la morale, quelle delle inviate dell’Onu che non ci chiamano complici di un genocidio.
Più di 15 mila bambini ucraini sono stati rapiti dai russi, sottratti alle madri, per odiare le madri.
Per uccidere le madri.

Vengono sradicati dalla propria famiglia, “rieducati” per deradicare dal loro cervello quel che sono, una ricerca di Yale ha accertato che ci sono 210 centri di “rieducazione”, per diventare russi ed odiare gli ucraini. Educati all’uso delle armi, per fare la guerra a quel che erano, per tornare nella loro terra che fu per uccidere padri e fratelli.
E migliaia di bambini sono morti sotto le bombe.
Perché per loro no! Perché?
E quasi 4 milioni sono dovuti fuggire dalla loro terra. Perché per loro no!
E’ una aberrazione che non indigna. No.
Non c’è moto di coscienze. Non si riempiono le piazze. I cantanti non piangono. Gli attori continuano a recitare come se nulla fosse.
I Floris, i Formigli, le Gruber, i Labate, i Ranucci, i Travaglio, gli Scanzi, i Telese, le Aprile, le Schlein, i Fratoianni e sua moglie, i Conte, gli Orsini, non se ne occupano. Niente.
Agitatori di cattive coscienze.
Per loro siamo noi i guerrafondai.
Siamo noi che abbiamo la colpa di non arrenderci.
Siamo noi che abbiamo “accerchiato” Putin.
Putin, quello che costruisce campi di sterminio della coscienza ucraina per convertirla in russo.
Per armarla contro di se.
Putin che ha già convertito, in molti, la coscienza occidentale, per armarla contro di se.
Con un costo minore.
Senza creare campi, bastano i talk italiani.
E alcuni partiti italiani. E alcuni giornali.
Sergio Pizzolante