Le querele intimidatorie ai giornalisti, un male difficile da estirpare a San Marino.

La cosa più semplice per cercare di zittire un giornalista? Querelarlo.

E’ successo a tutti i giornalisti della Repubblica di San Marino, perché chi querela un giornalista lo fa per zittirlo e profondamente umiliarlo e, se questa querela poi verrà archiviata la punizione per il querelante è minima; al limite ci potrà essere una controquerela per calunnia dagli esiti incerti e dalle condanne ancor più minime, ed assolutamente poco proporzionate al danno arrecato.

Ha ragione David Oddone dell’Informazione che in un suo recente articolo scriveva: ‘Si coglie così l’occasione per censurare il comportamento di chi utilizza lo strumento della querela per condizionare il lavoro d’inchiesta dei professionisti dell’informazione,(…) Fermo restando che in Italia, la più recente giurisprudenza, ritiene che per le querele pretestuose, fatte solo per intimidire i giornalisti, possono essere soggette ad una penale per chi le presenta.’’

Molti giornalisti sono stati oggetto e vittime di questo modo di fare; solo per citarne alcuni non possiamo non ricordare GianMaria Fujano e Davide Graziosi, lo stesso David Oddone, Franco Cavalli e Riccardo Geminiani, la cui giusta assoluzione per diffamazione fa da pietra miliare alle future sentenze inerenti la liberta d’informazione ed al diritto di cronaca.

Oggi è successo anche a me! Non sto a raccontare i dettagli ma quello che è certo è che anche io a seguito della pubblicazione di un articolo di indagine del Gennaio del 2009, in cui non avevo accusato nessuno ma fatto tante domande alle quali ho dato delle risposte certe, nei giorni seguenti con un altro articolo, che fugavano qualsiasi dubbio sia sulla persona che sui quesiti da me posti, sono stato querelato e con mio stupore rimandato a giudizio da quello stesso Commissario della Legge che ha commesso un macroscopico errore sulla mia persona in un eclatante caso penale, poi archiviato dell’agosto del 2007; ma non è di questo caso che voglio parlare.

A San Marino se passerà l’equazione inchiesta=querela=condanna potremo dire che il diritto di cronaca, il diritto di indagine non potrà essere esercitato da chi è preposto a farlo, proprio in un momento storico particolare per San Marino, dove invece il paese ha bisogno di andare fino in fondo, capire come stanno veramente le cose; dove la gente ha sete di conoscenza, di capire chi contravviene alla legge e chi siano i responsabili dell’attuale crisi della nazione.

Per non parlare poi di una legge, quella del 2008 dove si fa assoluto – pena sanzioni importanti – divieto ai giornalisti di parlare e scrivere su procedimenti oggetto di indagini non ancora concluse. Una vera e propria legge bavaglio che castra il dovere ed il diritto di cronaca degli stessi; principio e diritto fondamentale in una società moderna, ma che alcuni politici e non solo, ci vorrebbero privare.

Ci vorrebbero privare del diritto, inestimabile, di manifestare liberamente il ns. pensiero, ovvero  vorrebbero impedire che giornalisti possano esplicare quel diritto-dovere di raccontare fatti reali ai quali è interessata tutta la società.

Poi si arriva anche all’estremo opposto dove operatori dell’informazione raccontano fatti non veri, scritti sulla base di voci ed indiscrezioni non supportate da prove certe ed inconfutabili, ma esclusivamente sul sentito dire; sulle chiacchiere da Bar.

Ma questo è un altro argomento che speriamo possa essere oggetto di una urgente e quanto mai impellente legge sul giornalismo, che possa garantire quella professionalità del settore dell’informazione che talvolta a San Marino manca.

Marco Severini – Direttore del Giornale.ms