Cesena, 28 feb. “Un’amministrazione talmente infervorata nella battaglia relativista da scadere nel furore ideologico oltre che nel delirio linguistico. Il sito del Comune di Cesena mostra oggi una notizia che anticipa il programma di eventi per la festa delle donne dell’8 marzo. Campeggia nel titolo l’uso dello ‘schwa’ come ‘vocale finale inclusiva’ del sostantivo donne determinando non solo confusione ma addirittura un grande equivoco sulla stessa celebrazione, sulle sue origini e sulle sue storiche motivazioni. Chi ha deciso di usare lo ‘schwa’ per evitare il ‘binarismo di genere’, quindi per non escludere chi non si riconosce nei due generi, non ha fatto un buon servizio alle donne, né alla ricorrenza”.
È il giudizio di Antonella Celletti, responsabile EELL Lega Romagna, e della consigliera comunale Gigliola Zuccali (FdI).
“Un offuscamento confusionario, un imbarbarimento causato dall’ideologia e dalla neolingua woke, uno dei peggiori pericoli per la nostra identità e per la nostra civiltà con l’obiettivo di destrutturare e smantellare la lingua della tradizione per imporre un linguaggio e una realtà fittizi. Di solito, tuttavia, i fautori del ‘wokismo’ esercitano il loro fondamentalismo ideologico sul ‘maschile’ per ‘abolirne il predominio’, l’amministrazione cesenate va più avanti abolendo anche il predominio della donna in una grottesca gara inclusivista. La scelta di usare il simbolo dello schwa come vocale finale del sostantivo donna non è affatto un passo avanti verso una maggiore emancipazione femminile, riconoscendone uguaglianza e diritti, ma tutt’altra cosa. Troppo zelanti nella loro guerra alla cultura e alla civiltà occidentali, gli amministratori ‘wokisti’ cesenati non si fermano prudentemente neppure davanti all’ennesima strumentalizzazione di una causa importante come quella celebrata l’8 marzo”.