Legge ammortizzatori sociali: un passo in avanti importante a tutela dei lavoratori. Anche se, per la CSU, restano alcuni punti da migliorare

Il via libera del Consiglio alla legge di riforma  degli ammortizzatori sociali è salutato positivamente dai Segretari Generali Giovanni Ghiotti (CSdL) e Marco Beccari (CDLS), pur rilevando la necessità di migliorare alcuni aspetti della legge. 

“È una riforma – affermano – fortemente voluta dal movimento sindacale, frutto di una lunga trattativa e di una intensa mobilitazione sfociata lo scorso dicembre con lo sciopero generale, che tra gli obiettivi prioritari aveva appunto il rafforzamento delle tutele per i lavoratori colpiti dalla crisi; un progetto che rappresenta un passo in avanti importante nella direzione indicata dalla CSU per potenziare la rete di protezione sociale.”

Per Ghiotti e Beccari la nuova legge, passata in Consiglio con una votazione a larga maggioranza, “deve  rappresentare uno stimolo per ritrovare quella forte intesa comune tra protagonisti della vita politica e sociale nella ricerca di una via d’uscita alla profonda crisi economica e occupazionale che stiamo attraversando”.

I Segretari di CSdL e CDLS affermano che i nuovi ammortizzatori “potenziano la rete di protezioni sociali”, sottolineando che l’intervento legislativo prevede un allungamento del periodo di copertura delle tutele, fornisce un sostegno economico ai giovani in cerca di prima occupazione, istituisce il salario di cittadinanza, introduce forme di aiuto per i lavoratori disoccupati con problemi di salute e offre opportunità di formazione professionale da spendere sul mercato del lavoro.

“La legge è però un punto di partenza, non di arrivo”, fanno presente i segretari generali, ricordando che su alcuni aspetti dell’impianto legislativo sono necessari miglioramenti, che la CSU ha da tempo segnalato a governo e gruppi consiliari. Ghiotti e Beccari osservano infatti che “la legge va sicuramente messa alla prova, monitorando attentamente i suoi effetti sul mondo del lavoro”. E in particolare indicano alcuni punti da modificare, come l’esclusione dalla cassa integrazione per dipendenti con meno di 5 mesi di lavoro. 

 

 

In allegato, la lettera CSU del 16 marzo con le diverse proposte di modifica.

 On.le Congresso di Stato

On.li Gruppi Consiliari
Prot. n. 7491/7

OGGETTO: PROGETTO DI LEGGE SULLA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

Con la presente, siamo a esprimere le nostre posizioni rispetto al testo del progetto di legge “Riforma degli ammortizzatori sociali e nuove misure economiche per l’occupazione e l’occupabilità”, esaminato ed approvato dalla Commissione Permanente Finanze, Bilancio e Programmazione in sede referente, ed iscritto alla seconda lettura nella seduta del Consiglio Grande e Generale che prende il via Mercoledì 17 marzo. Ciò precisando altresì che l’Esecutivo non ha provveduto ad inviare alla CSU una copia di tale progetto.

Nel merito dei contenuti, siamo a rilevare quanto segue.

– Le sanzioni per chi viola la legge, previste all’art. 7, sono state più che dimezzate. Pertanto, ciò fa completamente decadere ogni funzione di deterrenza verso eventuali violazioni delle stesse norme di legge.

– All’art. 11, “Nozione”, non è accettabile l’esclusione dalla CIG per quei lavoratori che non abbiano almeno 5 mesi di attività continuativa presso lo stesso datore di lavoro, in quanto la contrazione di lavoro o la causa di forza maggiore non sono assolutamente dipendenti dal lavoratore stesso, il quale deve comunque essere retribuito.

– In relazione all’art. 12, “Durata del trattamento”, prevedendo 9 mesi di CIG in caso di proroga nell’arco di un biennio, di fatto si va a diminuire il periodo previsto dall’attuale normativa. Considerando il particolare momento di difficoltà economico-occupazionale che sta vivendo il paese, questo non andrebbe nella direzione di salvaguardare il più possibile i posti di lavoro. A parere delle OOSS, quindi, la durata del trattamento di CIG deve rimanere invariato rispetto alla norma attuale.

– All’art. 14, vengono escluse le OOSS dagli accordi per i casi di riqualificazione professionale con l’utilizzo della CIG. Si tratta di una esclusione incomprensibile e non condivisibile, in quanto impedisce la partecipazione dei lavoratori.
– Circa l’art. 16, riguardante la Commissione per la Cassa integrazione, le decisioni vengono assunte a maggioranza semplice, e non all’unanimità come nella norma attuale. Si tratta di una modalità che non possiamo assolutamente condividere; sarebbe accettabile, semmai, solo se l’organismo fosse formato in maniera paritetica.

– L’art. 36, che prevede la possibilità di modificare la legge per decreto entro 24 mesi dalla sua approvazione, contiene un principio pericoloso e inaccettabile, che rischia di snaturare la Legge stessa. Le modifiche, nel caso si rendessero necessarie, vanno concordate dalle parti, e non imposte in maniera unilaterale con la decretazione.

Da parte nostra, auspichiamo che le presenti posizioni siano tenute nella necessaria considerazione, affinché il progetto di legge – attraverso le modalità e procedure previste dai regolamenti consiliari – sia modificata in sede di seconda lettura consiliare, recependo tale contributo propositivo.

Si coglie infine l’occasione per porgere cordiali saluti.
      I SEGRETARI GENERALI
                                                              CSdL                                     CDLS
                                                    Giovanni Ghiotti                        Marco Beccari