Migliaia di fedeli, ogni anno, fanno tappa a Sarsina per genuflettersi davanti alla cappella di San Vicinio. Il santo fu il primo vescovo della Chiesa di Sarsina (III e IV secolo). In vita ebbe fama di taumaturgo; l’opera miracolosa è continuata anche dopo la sua morte, richiamando da ogni parte pellegrini infermi e posseduti. Come la 60enne che ha impiegato 8 anni per liberarsi dal demonio grazie all’opera di don Fiorenzo Castorri. Pur essendo passati quasi 17 secoli, i devoti continuano a celebrare il santo. Per gli esorcismi che ancora si praticano il parroco utilizza la catena di San Vicinio: collare composto da due bracci di materiale ferroso. Durante la preghiera, Vicinio la metteva al collo appendendovi una grossa pietra, costringendosi in una posizione alquanto scomoda. È venerata come reliquia del santo e usata per la preghiera di liberazione e di benedizione degli infermi e per la preghiera di esorcismo.
