LETTERA APERTA. Alla solita Maestra che vuole cacciare il presepe dalla scuola. … di Domenico Gasperoni

 

Riceviamo e pubblichiamo

”Cara Natalina. Ti chiamo così. 

 Si avvicina il 25 dicembre. Scoppiano le solite guerre e guerricciole sul Natale. Gli obiettivi da colpire sarebbero molti in questo periodo. Plastiche cinesi che ci soffocano. Luci chiassose. Stucchevoli nenie. Alberi di natale più finti dei finti. Voracità consumistiche e spreco di beni. Buonismi da 24 ore. Ecc. Ce la prendiamo invece con quel gioiellino del presepe. 

  Forse ti stai preparando con energia, per lucidare le motivazioni per non volere il presepe nella tua scuola. Io le rispetto. Ma credo ne esistano altrettanto valide per il suo allestimento.

Su questa presenza, si scontrano due opinioni opposte, ma che pescano nella stessa melma di un certo fondamentalismo ideologico. Mi spiego.

Qualche anno fa Salvini consegnò a tutte le scuole di un comune leghista diversi presepi, per collocarli obbligatoriamente in qualche angolo. Per affermare la superiorità della sua cultura. Per marcare il territorio. Una fortificazione a difesa “della fede”. Dall’invasioni del migrante, che viene a distruggere la nostra identità. Ironia e vendetta della sorte: quel brutto presepe, prefabbricato, era made in China!   Un sindaco di un comune del torinese, ha adottato una delibera per la presenza nelle scuole dei presepi, “per difendere la fede”!  La stessa Regione Veneto pagherà nel prossimo anno, le spese di allestimento di presepi nelle scuole. Questi signori sono i nuovi crociati. Benedetti da qualche Vescovo!  Soffiano sul fuoco dell’ intolleranza, ma è troppo forte la “ puzza elettorale” delle loro iniziative.

     Veniamo alla tua posizione. Più che legittima. Ma devi convenire che stai creando anche tu un recinto di esclusione. Una cosa mi fa stizzire: perché questo scontro avviene proprio nella scuola, che è il luogo per eccellenza dell’incontro, della integrazione? Perché tanta paura nel mostrare a un ospite di diversa cultura, una natività?  Non è che parliamo della battaglia di Lepanto contro i Turchi! Forse la cosa disturba te e non gli altri. Tu hai piena libertà di considerare il presepe un vecchio arnese, una favola, un atto superstizioso. Ma non ti puoi permettere di rubare delle opportunità allo straniero. Con la scusa di rispettarlo nella sua diversità. Sei una ladra di esperienza storica, di vita sociale e di simboli. Quello straniero non potrà mai leggere e ammirare la natività del Caravaggio, di Giotto o di Rubens, che sono patrimonio dell’umanità. 

      Io non sono del ramo, ma conosco un po’ la scuola. Allora ti do un consiglio. Crea un bel presepe- laboratorio. Sarà un’esperienza piena di suggestioni. Di messaggi che possono unire gli alunni. Nel presepe c’è sempre il muschio verde: ci sta un po’ di educazione ecologica, per salvare la terra. Si usano materiali semplici, di recupero: si deve contrastare lo spreco, abituarsi a non sciupare le cose. I personaggi, gente semplice, che si iuta, ci insegnano la solidarietà.  Si potrebbe continuare. Tu sarai anche animalista. Bene. Dove sono trattati meglio gli animali? Il bue e l’asino nel presepe sono dei prìncipi che fanno da guardie del corpo del Re… Nella scena, la centralità è di un bambino. In tempi di violenza, di sfruttamento, è una bella campagna a difesa dei piccoli. Valori universali che non spaventano il bimbo islamico, ebreo, buddista, indù, ecc. Non lo integriamo facendogli il vuoto attorno, ma offrendogli la ricchezza della nostra civiltà. Senza imporre nulla.  Una scuola non può educare se ha paura dei simboli. Dei sogni. Delle diversità. Impariamo dagli antichi romani, che non erano certo bigotti. Rispettavano i simboli culturali e religiosi dei popoli conquistati. Mettevano le loro divinità principali nel Pantheon, una accanto all’altra.   

     Un’annotazione finale, per farti capire la mia posizione. Anch’io sono per una scuola laica, che non deve “insegnare” una sola religione o peggio ancora, il catechismo. Ma non può discriminare i saperi, tener fuori dall’analisi critica il “fattore religioso”. Patrimonio storico dell’umanità, il cui studio dovrà essere assunto come materia curricolare obbligatoria. 

Buon Lavoro e Buon Natale.

Domenico Gasperoni”