RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO la lettera inviata da alcuni lavoratori alla csu chetratta dell’ultima morte sul lavoro avvenuta a San Marino.
Questa lettera è stata letta nella serata organizzata dalla CSU sul lavoro nero.
In questa conferenza si è trattato del connubio sicurezzalavoro nero e dove la CSU ha manifestato l’intenzione di portare al governo delle proposte per combattere il fenomeno.
Intanto prende sempre più piede l’ipotesi che Luciano Perfetto non fosse lì per caso come sostenuto dalle testimonianze sul luogo dell’incidente , ma fosse a tutti gli effetti un lavoratore in nero.
La magistratura intanto sta proseguendo le indagini e si attendono importanti sviluppi nei prossimi giorni
ALLA CSU..E A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ :
IL LAVORO CHE MUORE, NON CI SCONVOLGE COME QUANDO SI DEVE MORIRE PER LAVORARE E PER CAMPARE, UN PAESE , IL NOSTRO , CHE DOVREBBE ESSERE UN PICCOLO GIOIELLO DI ESEMPIO PER I GRANDI, INVECE STIAMO RASENTANDO IL PEGGIO , LE ISTITUZIONI RESTANO IMMOBILI , QUASI AD INSABBIARE IL CAMBIAMENTO , E IN QUESTO CONTESTO CHE LUCIANO PERFETTO SI RACCONTA .
VENGO DA UN PAESINO VICINO A LECCE , SONO ARRIVATO QUA’ SPINTO DALLA VOGLIA DI FARE E DI DARE UNA RISPOSTA DI SOPPRAVVIVENZA AI MIEI RAGAZZI E A MIA MOGLIE.
NON SONO UNO STINCO DI SANTO HO AVUTO LE DISAVVENTURE CHE MOLTI DI NOI VIVIAMO, CON IL LAVORO, CON L’INGIUSTIZIA DEI PIU’ POVERI E DEI PIU’ UMILI.
EPPURE ARRIVATO QUA’ HO RESPIRATO UN’ARIA DIVERSA, MI SEMBRAVA AVER SFIORATO UN ISTINTO DI LIBERTA’ UNIVERSALE. QUEL GIORNO DI AGOSTO MALEDETTO, IN MEZZO AD UN’AFA INSOPPORTABILE SENTIVO SOLO SILENZIO INTORNO A ME, I MIEI COLLEGHI, MA QUI NON CI SONO COLLEGHI, IO SONO APPESO AD UN FILO NERO .
TUTTO CHIUSO, POCHI HANNO APERTO LA SERRANDA DELLA FABBRICA CI SIAMO SOLO NOI E IL VICINO E DUE CAMION CHE COME SEMPRE HANNO FRETTA, VOGLIONO SCARICARE QUEL CARICO CHE PORTANO ADDOSSO DA GIORNI E VOGLIONO TORNARE A CASA.
I TELONI DEI CAMION APERTI MOSTRANO IL CARICO, POLVERE, ODORE ACRE, I BALLONI DI TESSUTO SI MOSTRANO IN TUTTO IL LORO COLORE, UN NEUTRO SBIANCATO COME LA MORTE.
IO SO CHE E’ UNA OPERAZIONE FACILE, NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA FACCIO, E’ DA POCO SCOCCATA L’UNA E PARLIAMO DEL PIU’ E DEL MENO CON GLI AUTISTI E CON IL TIZIO DELLA AZIENDA DEI SERVIZI.
UN LAVORO COME UN ALTRO, MENTRE INDOSSO I GUANTI DA LAVORO, PENSO A QUANDO POTRO’ SCENDERE A CASA PER RIVEDERE I MIEI, INTANTO MI GUARDO LE SCARPE, SONO LE SCARPE DA LAVORO CHE MI HANNO DETTO DI USARE.
POI SI MUOVE IL MULETTO PER SCARICARE IL PALET , SENTO GLI SCRICCOLII DI SEMPRE , RIMETTO IL GANCIO ALLA SPONDA E TIRO IL BALLONE VERSO DI ME.
INTANTO L’ALTRO PROVA CON LA FORCA DEL MULETTO AD INFILARE IL BALLONE DI TESSUTO DALLA STRISCIA DI METALLO CHE LO AVVOLGE. DIO SANTO, SENTO UN SIBILE, E’ UNA PALLOTTOLA INCONTROLLATA, E’ UNO SPARO D’ACCIAO CHE TAGLIA OGNI OSTACOLO CHE SI PRESENTA DAVANTI.
E LI’ CI SONO IO, UNA LANCIA SI INFILA NEL MIO PETTO, DOLORE PAURA NON SO NEPPURE IO, SENTO VOCI URLARE, VEDO SANGUE SGORGARE , SONO A TERRA, MI DICONO CALMA ARRIVANO I SOCCORSI, UNA VOCE GRIDA HO CHIAMATO L’AMBULANZA UN GRAVE INCIDENTE SUL LAVORO. VEDO IL CIELO , SENTO LE VOCI SEMPRE PIU’ FIOCHE, PENSO AI MIEI RAGAZZI, SENTO CHE MI TOLGONO I GUANTI E LE SCARPE CON LA PROTEZIONE DAVANTI, QUESTA VOLTA NON SONO SERVITE A NIENTE, POI UNA CAMICIA BIANCA CON UNA STRISCIA GIALLA MI PASSA SULLE CIGLIA, LE MANI MI SI STRINGONO AL PETTO SONO ROSSE ,BAGNATE , UMIDE , POI SENTO IL CALORE SUL VOLTO, POI FREDDO FREDDO, APRO LA BOCCA MI SENTO SOFFOCARE ..E NON VEDO E SENTO PIU’.
COSA DIRANNO AI MIEI CARI? ADESSO !!! …..CHE NUMERO SONO IL 10 , IL 100,……… IN UNA AZIENDA CHE NON CE’ , IN UN LAVORO CHE NON CE’? NON HO RICORDO DEI MIEI PENSIERI.
ANCORA UNA VITA CHE SI SPEGNE NEL LAVORO CHE PIU’ NERO NON SI PUO’ , FACCIAMO QUALCOSA , CHE NON SIANO SOLO PAROLE…………
LUIGI V MARCO B GIOVANNI T LUCA F ALESSANDRO G
MATTEO D GI– USEPPE P GIORGIO F
