La crisi della Grecia è stata molto eloquente, ed ha dimostrato che per il pianeta si aggira un malato grave, l’Europa.
Tralasciamo qui valutazioni economiche che ci porterebbero lontano, ma alla vigilia di una quasi certa concessione del maxi prestito di 120 miliardi di Euro in tre anni alla Grecia, ci occuperemo di Eurolandia questo Giano bifronte dalla politica monetaria ferrea attuata dalla BCE e dalle politiche economiche nazionali spesso gestite malamente ed in modo miope dai singoli stati.
Va riconosciuto alla UE una serie innumerevoli di vantaggi, ma questo non toglie che la crisi greca abbia portato a galla una lunga serie di limiti e mancanze già visti nella integrazione europea.
– Il Trattato di Maastricht oltre ad essere molto rigido (e ciò ha provocato che molti stati furbescamente per rientrare nei parametri previsti abbiano truccato e trucchino i conti pubblici !), si è rivelato inadatto a fronteggiare i periodi di crisi come nella attuale congiuntura economica.
– Come mai abbiamo scoperto solo ora che i dati della Grecia erano completamente fasulli, avendo l’Europa un organo centrale di statistica, l’Eurostat. Perchè non affidare a questo o ad altri organi ad hoc ampi poteri di controllo anche sanzionatori sulle contabilità nazionali, magari con controlli uniformi e frequenti?
– E’ utile ricordare che la crisi greca ha avuto una brusca accelerata quando l’agenzia di rating internazionale Standar & Poor’s ha classificato i titoli greci come Junk Bond ossia titoli spazzatura che non valgono nulla o quasi. Ora è normale che il voto sulla affidabilità di un paese sia dato da una agenzia privata non sempre disinteressata ed al di sopra di ogni sospetto ? non sarebbe il caso di promuovere la nascita di una grande agenzia europea pubblica ed indipendente ?
– Condivido l’opinione di chi sostiene che la forma sia sostanza, bene lo spettacolo mediatico dei leaders europei nei giorni scorsi è stato a dir poco squallido ed inqualificabile ed ha palesato tutte le difficoltà politiche dell’Europa dove anziché parlare il presidente ed il responsabile europeo della economia hanno tenuto banco in ordine sparso i vari capi di stato tra cui ha primeggiato la valchiria Angela Merkel come era ovvio nel generale marasma cioè hanno tenuto banco i paesi dagli interessi piu’ forti, tradotto quei paesi che finanzieranno la crisi quindi la Germania, che per finanziare la crisi aveva richiesto giustamente una serie di riforme economiche e sociali molto rigorose.
– Ad aggravare questa sensazione di debolezza della UE c’è stato l’intervento del FMI[2] quasi a confermare che anche in casa nostra abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri..
– Sorge una domanda è possibile che per salvare un paese sull’orlo del baratro il cui default[3] aggraverebbe la posizione di altri paesi europei in primis Spagna e Portogallo e un po’ piu’ lontana l’Italia, occorra aspettare come prospettato nella fase iniziale della crisi dalla Cancelliera tedesca Merkel le elezioni in Germania nella regione della Nord Renania Vestfalia, può essere che il destino di un paese europeo sia appeso o debba attendere (peggiorando la situazione e le speculazioni in atto) la votazione in una regione pur ricca della Germania?
– Tanti anni fa come ha ricordato il giornalista Oscar Giannino, l’economista Milton Friedman noto monetarista ci aveva messo in guarda da una integrazione monetaria priva di integrazione e uniformazione delle singole politiche nazionali ad esempio le politiche fiscali, lo stato sociale.
In sintesi si sta provando a salvare la Grecia e tra qualche anno si vedranno gli esiti, ma chi e come ricostruirà la pericolante ed incompiuta casa europea?
Masiello Dott. Pietro