Duemila disperati sono ai confini della Polonia, dell’Europa, quindi. Sono afgani, iracheni. Sono figli delle guerre che abbiamo lasciato a metà, che abbiamo sbagliato. Sono fratelli delle ragazze che abbiamo fatto rimettere nei Burqa, che abbiamo fatto cacciare dalle scuole, dagli uffici, dai parrucchieri, che abbiamo fatto uccidere perché avevano creduto in noi.
La Polonia ha deciso di chiudere il confine con il filo spinato.
L’Europa anziché dire alla Polonia che non si fa, che non si può fare, dice che non possono farlo con i soldi europei.
Spaventoso.
Sono partiti i camion, vanno verso questi ragazzi, non per soccorrerli, ma per sbattere loro in faccia un muro di filo spinato.
Questo siamo diventati.
E noi? Con chi stiamo? Cosa facciamo?
Il Presidente del Parlamento europeo, italiano, de sinistra, non parla.
Il Commissario europeo, italiano, de sinistra, non parla. Al limite non da i soldi. Si arrangino.
I capi della destra di governo, la Lega, e della destra di opposizione, Fratelli d’Italia, stanno con il governo nazionalista polacco.
Questa è l’Italia che abbiamo costruito quando abbiamo fatto fuori i Craxi, gli Andreotti, i partiti, il pensiero politico, la Prima Repubblica.
La nuova politica.
Quando i polacchi erano dentro il recinto del filo spinato sovietico, Andreotti dialogava con Wojtyla, Craxi portava i soldi a Walesa,
organizzava politiche ed eventi contro l’URSS, ospitava e candidava ed eleggeva in Europa i dissidenti dell’est.
Come dice Mattia Feltri, siamo diventati uomini che non riconoscono più l’uomo.
Quindi non siamo più uomini.
Perché lo dico. Perché, diciamolo, non riguarda solo chi ci governa. Riguarda noi.
Quanti italiani stanno con quelli che mettono il filo spinato?
Tanti.
Sergio Pizzolante