L’ex premier terrorizzato dall’asse tra Di Maio e Beppe

Beppe Grillo mette nell’angolo Giuseppe Conte e riprende in mano il M5s. L’avvocato del popolo sente puzza di bruciato dopo il blitz romano del comico genovese. Ma soprattutto rivede il fantasma di Luigi di Maio.

Il timore, quasi una certezza, di Conte è uno: l’entrata a gamba tesa di Grillo è una mossa concordata con il ministro degli Esteri. Timore che trova conferma nelle parole di un parlamentare grillino che al Giornale rivela: «Di Maio era felicissimo del discorso di Beppe. Il legame Grillo-Di Maio non si spezzerà mai». Grillo e Di Maio giocano di sponda per sbarazzarsi della coppia Conte-Casalino. Un asse, quello tra il garante e il ministro, molto solido: Di Maio ieri era nell’aula dei gruppi a Montecitorio per ascoltare l’arringa di Grillo contro Conte. Una presenza che fa chiarezza sul silenzio assunto da di Di Maio negli ultimi giorni in merito allo scontro Grillo-Conte. Il morale dei contiani è a pezzi. Paola Taverna, vicepresidente del Senato, annoverata nel gruppo dei fedelissimi di Conte, si defila. Non applaude alle parole di Grillo. È nervosa. Il golpe è fallito.

L’ex capo dei Cinque stelle Di Maio si schiera al fianco del garante contro l’uomo solo (Conte) al comando. La tensione degli ultimi giorni rinsalda, dunque, il vecchio duo Di Maio-Grillo. Un altro parlamentare 5s fa notare: «Quando Di Maio ha assunto la guida del M5s non ha mai messo in discussione la figura di garante di Beppe. Conte ha commesso un passo falso».

Sul versante Conte-Casalino c’è grande incredulità. Le parole di Grillo (e la presenza di Di Maio) spiazzano Conte. «È ormai chiaro – confida al Giornale un collaboratore dell’ex premier – che Di Maio e i suoi fedelissimi (Sergio Battelli e Vincenzo Spadafora) stiano lavorando per affossare il progetto di Conte». La rivoluzione si arresta. L’ex premier ha due opzioni: cedere alle richieste di Grillo e Di Maio, accettando una leadership commissariata (a mezzo servizio) o gettare la spugna (strada suggerita dal consigliere Marco Travaglio), lasciando il M5s nelle mani di Grillo e Di Maio. Sono ore di riflessioni al quartiere generale dell’avvocato. Nella prossima settimana l’ex premier incontrerà il gruppo della Camera.

C’è però una certezza dopo la giornata di ieri: il piano preparato da Conte per mandare all’aria il governo Draghi naufraga contro il muro Di Maio-Grillo. Conte voleva mani libere per indirizzare la linea politica del Movimento. Condizione per aprire la guerriglia contro l’esecutivo. Senza l’ok di Grillo e Di Maio non se ne fa nulla. Se Conte accetta di essere leader alle condizioni di Grillo, l’ultima parola spetterà sempre al garante. Tutto ritorna al punto di partenza. Il divorzio da Rousseau non risolve i problemi. Davide Casaleggio ieri ha consegnato al M5s la seconda tranche di dati degli iscritti dalla piattaforma: «Questi numeri rappresentano l’imponente lavoro svolto da Rousseau in questi anni attraverso una piattaforma unica non solo in Italia. In molti, infatti, da tutto il mondo hanno studiato e continuano ad approfondire il nostro modello. Il lavoro di Rousseau continuerà al fine di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi».


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