Le autorità libiche assegnano ufficialmente Tripoli come porto più vicino per lo sbarco. Salvini avvisa la “nave illegale”
“La Sea Watch è intervenuta in zona sar libica, anticipando la Guardia Costiera di Tripoli pronta ad intervenire e già in zona.
Sappia che, qualora facesse rotta verso l’Italia, metterebbe a rischio l’incolumità delle persone a bordo, sottoponendole a un viaggio più lungo e disobbedendo alle indicazioni di chi coordina le operazioni di soccorso. Non vediamo l’ora di usare i nuovi strumenti del decreto Sicurezza Bis per impedire l’accesso alle nostre acque territoriali. È l’ennesima iniziativa di questo tipo da parte di SeaWatch, una vera e propria nave pirata a cui qualcuno consente di violare ripetutamente la legge”.
L’avvertimento di Matteo Salvini contro i talebani dell’accoglienza della Sea Watch che vanno a caccia di gommoni è stato chiaro. Dal canto suo la nave della ong in un tweet scriveva: “#SeaWatch resta in attesa di indicazione di un porto sicuro, con richiesta inviata a Ly, Olanda, Mta, Ita. Una motovedetta libica, con mitragliatrice a prua, è sopraggiunta a trasbordo ormai concluso e ha stabilito contatto radio senza fornire indicazioni. Ha poi lasciato l’area“.
Adesso però si aggiunge un nuovo tassello nella vicenda. E a dirlo è il ministro dell’Interno: “La nave illegale, dopo aver imbarcato 52 immigrati in acque libiche, si trova ora a 38 miglia dalle coste libiche, a 125 miglia da Lampedusa, a 78 miglia dalla Tunisia e a 170 miglia da Malta. Le autorità libiche hanno assegnato ufficialmente Tripoli come porto più vicino per lo sbarco. Se la nave illegale Ong disubbidirà, mettendo a rischio la vita degli immigrati, ne risponderà pienamente”. Adesso tocca solo capire cosa farà la Sea Watch. Il Giornale.it