
(ANSA) – FERMO, 23 NOV – Nell’ambito di un’operazione
anti-caporalato nel Fermano, denominata “Tempi supplementari”,
il Gruppo di Fermo della Guardia di finanza ha scoperto in
un’azienda operante nel settore agroalimentare, oltre 50
dipendenti sfruttati. Le indagini, delegate dalla Procura di
Fermo, sono ancora in corso. Dagli accertamenti fin qui svolti,
tra i quali un blitz all’alba sul luogo di lavoro, è emerso che
la situazione era molto diversa da quella in regola che emergeva
dalla documentazione esibita dai lavoratori: a fronte di
contratti di assunzione per 4-5 ore di lavoro giornaliero, la
maggior parte dei lavoratori, alcuni abitualmente dimoranti
nell’azienda, era costretta a lavorare circa 12 ore al giorno,
con pausa pranzo di mezz’ora, senza possibilità di assentarsi
per ferie o esigenze personali.
Le perquisizioni, che hanno permesso di acquisire molti
elementi utili alle indagini anche da dispositivi informatici,
sono state eseguite nei giorni scorsi in locali aziendali e
abitazioni degli indagati in un procedimento penale per il reato
di caporalato. L’attività scaturisce dalla denuncia di un ex
dipendente, di origine straniera, licenziato dall’azienda per
essersi recato al Pronto Soccorso a causa di un grave infortunio
sul lavoro. Anche dalle dichiarazioni di altri ex dipendenti è
emersa una situazione di grave sfruttamento dell’attività
lavorativa e ingiuste condizioni di assunzione imposte da datore
di lavoro e presunto caporale approfittandosi dello stato di
bisogno dei lavoratori, quasi tutti stranieri e in Italia come
richiedenti asilo. In questo modo l’azienda avrebbe ottenuto un
forte risparmio sui costi del lavoro, a danno dei dipendenti e
delle imprese operanti nello stesso settore. In collaborazione
con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ascoli Piceno,
sentiti i dipendenti al lavoro. Con l’ausilio dei vigili del
fuoco di Fermo e locale Asur, raccolti elementi utili ad
accertare il rispetto delle norme su sicurezza e condizioni
igienico sanitarie dei luoghi di lavoro. (ANSA).
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