L’INDIPENDENTE NICOLINI, NELLA SUA VESTE DI DIPENDENTE, PRENDE LE DIFESE DEL CIS. SENZA LEGGERE LE CARTE

Il consigliere indipendente di Rete e dipendente del Cis, Marco Nicolini, negli scorsi mesi e settimane non ha lesinato critiche contro Asset Banca e i suoi vertici, ma non aveva ancora mai parlato del Cis.

Oggi lo fa, alla luce della nuova ordinanza del Giudice Morsiani, dalla quale emergono – come se non fosse bastato il caso Titoli – fatti ignobili a dir poco.

Nicolini parte con una puntualizzazione non richiesta: “Non sono in confidenza col dott. Daniele Guidi, come non ho mai goduto della vicinanza di ognuna delle dirigenze avvicendatesi nei vent’anni durante i quali sono stato dipendente di Banca CIS”.

Poi una stoccata ai media che facendo il proprio mestiere stanno dando conto di fatti di pubblico interesse: “Non so nulla di quanto addebitatogli, perché non accetto ancora di infilare la testa nel ginepraio di ordinanze gettate al sammarinese come fossero fotografie imbarazzanti di celebrità paparazzate. Umanamente, mi spiace per quanto accaduto a lui ed alla sua famiglia. Se Daniele Guidi, però, fosse stato al corrente del terremoto giudiziario incombente sulla sua persona, egli avrebbe dovuto prendere per tempo le distanze dall’Istituto. Se l’avesse fatto, dubito che Banca CIS si sarebbe trovata al centro di un’isteria da prelievo che ha la propria causa scatenante nella recente, drammatica esperienza di Asset Banca”.

Già quell’Asset Banca che nel pieno “rispetto” del due pesi e due misure, per quanto quell’istituto sino ad oggi abbia vinto tutte le sue battaglie in Tribunale, non sta godendo della stessa “benevolenza”.

Non ne hanno goduto i suoi dipendenti, i suoi correntisti, né i suoi vertici. Chi si trova in palese conflitto di interessi farebbe bene a dimettersi o almeno a non parlare. Non solo del Cis, ma anche degli altri istituti concorrenti.

Ultimissimo inciso: Nicolini per sua stessa ammissione non ha messo ancora la testa nelle carte del Giudice. Lo faccia: glielo impone il suo ruolo di Consigliere della Repubblica.

RepubblicaSM