Linfoma aggressivo bambini, scoperti messaggeri delle metastasi

(ANSA) – PADOVA, 13 APR – Scoperto il meccansimo che genera
le metastasi in tumori aggressivi che colpiscono i bambini, i
linfomi non Hodgkin. Il risultato, pubblicato sulla rivista
Cancer Communications, si deve alla ricerca coordinata
dall’Italia, con il gruppo di Lara Mussolin, del Dipartimento di
Salute della Donna e del Bambino dell’Università di Padova. La
ricerca indica che i messaggeri delle metastasi sono minuscole
vescicole rilasciate dal tumore nel sangue, chiamate esosomi.
    Una volta entrati in circolazione, questi emissari del tumore
possono raggiungere cellule sane anche distanti dall’area del
tumore, favorendo la disseminazione di tumori secondari.
    Gli esosomi sono stati individuati nel flusso sanguigno dei
piccoli pazienti affetti dal linfoma anaplastico. “Analizzando
con la tecnica di small-Rna sequencing il carico di piccole
molecole, chiamate microRna, che si trovavano negli esosomi del
plasma, è stato evidenziato un profilo di microRna diverso
rispetto ai campioni di controllo”, osserva la coordinatrice
della ricerca. “Abbiamo notato – prosegue Mussolin – un
significativo aumento del miR-122-5p negli esosomi plasmatici
dei pazienti con stadio avanzato di malattia”. Il miR-122-5p,
però, non è presente nella biopsia del tumore primario dei
pazienti, né nelle linee cellulari del linfoma anaplastico a
grandi cellule (Alcl); si trova in abbondanza invece nel fegato.
    “Questi dati – conclude Mussolin – fanno capire che gli
esosomi arricchiti di miR-122-5p, che hanno un ruolo importante
nella diffusione delle metastasi, non derivano direttamente
dalle cellule tumorali. Queste scoperte, che ci dicono quanto il
processo metastatico sia complesso da capire e decifrare,
potranno contribuire allo sviluppo di terapia più precise e
mirate”.
    I linfomi non-Hodgkin (Lnh) dell’età pediatrica sono un
insieme eterogeneo di malattie che possono presentarsi anche in
forma acuta e aggressiva. Una di queste è il linfoma anaplastico
a grandi cellule (Alcl), in cui una frazione ancora consistente
dei pazienti che non risponde alla terapia può avere ricadute e
non guarire, nonostante i miglioramenti ottenuti negli ultimi
anni. (ANSA).
   


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