L’INTERVENTO DI SINISTRA UNITA: Il Paese muore

Il Paese muore. E muore anche per mano del Governo, il quale nonostante gli evidenti fallimenti si ostina a tenere segrete le carte della trattativa con l’Italia e tergiversa nel liberare il campo dall’ostacolo più ingombrante: il segreto bancario, che di fatto verrebbe a cessare accordando all’Italia lo scambio automatico delle informazioni. Questo caposaldo, così come gli altri, ha sempre funzionato come paravento dietro al quale hanno rubato e continuano a rubare i sammarinesi (e gli italiani) peggiori, i quali, in una miserabile e grottesca manovra, ora tentano di spacciare la difesa della loro onnipotenza per la difesa della sovranità. I sammarinesi onesti non devono cadere in questo inganno. La sovranità di uno Stato risiede nella sua possibilità di autodeterminarsi. San Marino questa possibilità l’ha perduta proprio nel momento in cui ha subordinato la sua economia alle esigenze dei capitali in cerca di rifugio (molti dei quali, è bene rimarcarlo, si sospetta siano di provenienza criminale). L’argomento più meschino usato da queste volpi per convincerci che gli interessi nostri e loro sono una cosa sola consiste nel sostenere che l’economia sana mangia soprattutto su quella disonesta. È vero il contrario. In tutti questi anni, speculazione edilizia, reati finanziari e traffici commerciali hanno portato all’abbandono di settori economici importantissimi come quello turistico e manifatturiero, scoraggiato lo sviluppo della libera impresa, distrutto il territorio, meridionalizzato la morale pubblica, radicato enormemente fenomeni come la corruzione e il clientelismo, inaridito il mercato del lavoro, reso inaccessibile l’acquisto della prima casa per molti giovani e leso in molti altri modi ancora San Marino e i sammarinesi.
È urgente capire che la vera linea di scontro politico oggi corre tra chi si batte per difendere il proprio lavoro, la propria famiglia, la propria attività e chi invece impone il mantenimento dello status quo per riprodurre la propria rendita di posizione. Questi due fronti sono già presenti sia nel comparto bancario, dove alcuni istituti chiedono di accelerare sullo scambio automatico delle informazioni, che all’interno dell’Anis, dove gli imprenditori perbene sono entrati in opposizione ai faccendieri. Ancora un esempio: giorni fa Assofin ha dichiarato che se verrà concesso lo scambio automatico delle informazioni, banche e finanziarie, per tamponare alla fuga di capitali, esigeranno dalle aziende il rientro immediato dei prestiti erogati, costringendole così alla chiusura. Assofin – in piena logica mors tua vita mea – arriva a suggerire alle aziende di aprirsi una commerciale in Italia. Questa presa di posizione ci fa capire in modo estremamente chiaro quale sia il grado di spregiudicatezza e malignità della San Marino disonesta, che pur di non sacrificare se stessa è pronta a sacrificare l’intera collettività. All’interno dello stesso scenario si configura anche la spasmodica richiesta di quei costruttori sull’orlo del fallimento che invocano il Governo di aprire il mercato immobiliare ai cittadini stranieri. Come se la proprietà dei terreni, delle abitazioni e dei centri produttivi di uno Stato non rappresentasse uno dei suoi principali elementi di sovranità.
Rispetto a ciò vorremmo rassicurare tutti i sammarinesi che lavorano nel comparto edile. Sinistra Unita non ha alcuna intenzione di abbandonarvi. Noi sosteniamo che le vostre competenze debbano essere recuperate all’interno di un imponente piano di investimento pubblico per l’ammodernamento strutturale di San Marino.
Il Paese muore. Eppure per salvarlo basterebbe trascinarlo fuori dalla melma dell’illegalità. Ma questa verità è difficile da afferrare, perché chi prospera sugli illeciti è riuscito a creare una forte identità politica sulla base di un concetto di sovranità distorto. Questo concetto pone da una parte San Marino e dall’altra un falso nemico. Ovvero l’Italia di Tremonti.
Il nemico non è l’Italia. L’Italia non impone alcunché. L’Italia chiede che ci si adegui a degli standard internazionali per poter continuare negli interscambi commerciali e finanziari con lei. Il nemico, invece, è chi fa in modo che gli interessi dello Stato continuino a coincidere con gli interessi dei potentati affaristici e finanziari, condannando il Paese al disastro economico e sociale.
Questo è forse l’ultimo treno per recuperare il primato della politica. Ma occorre il coraggio di fare scelte di totale trasparenza. Sinistra Unita non nega che ciò implichi il dover pagare un prezzo sociale. Ma questo prezzo lo si può e lo si deve far pagare a chi ha maggiori responsabilità rispetto alla situazione in cui il Paese si trova. Diversamente, ciò che lo Stato rischia è il fallimento. Anche se ancora il Governo non lo ammette le casse pubbliche rasentano lo zero, e presto il debito comincerà a crescere vertiginosamente. E se non si ricreano al più presto le condizioni perché le imprese oneste possano continuare ad operare queste se ne andranno, e allora la crisi sarà totale. A quel punto il pericolo più grande sarà quello di diventare non tanto un protettorato italiano, ma una agenzia della criminalità organizzata, come spesso succede nelle aree più deboli politicamente ed economicamente.
Sta a noi cittadini, lavoratori, pensionati, studenti, imprenditori, che crediamo ancora in una San Marino diversa, onesta ed integrata con l’Italia e con l’Europa, combattere per liberarci da questo falso benessere e dare un futuro di libertà e dignità all’antica Repubblica.