L’intervista di David Oddone a Lazzari, Foschi e Rossi su Giustizia, Lavoro e Futuro della politica

Lazzari, Foschi e RossiParte da oggi l’intervista tripla, un modo per mettere a confronto persone e idee. Stesse domande, per comprendere immediatamente il punto di vista su determinate tematiche. Si parte da tre personaggi partiti assieme, ma che hanno preso poi altre strade. Le idee di base però, restano quelle. Due i punti fondamentali: serve una riforma della giustizia e il governo reggerà perché manca ancora una alternativa.

LUCA LAZZARI

Opposizione più forte o più debole dopo i recenti arresti?
“Una riflessione politica sugli arresti che intenda essere serie non può limitarsi al braccio di ferro tra opposizione e maggioranza e non può neanche essere sviluppata in così poche righe. Nonostante i fatti raccontati dalle carte processuali circolassero già nella vox populi, lo smarrimento è comunque grande. San Marino per la prima volta esce dalla dimensione dell’impunità. È una liberazione, certo, ma è anche una scommessa sul futuro: è arrivato il momento di dimostrare di essere grandi”.

La giustizia va riformata?

“Sostenere che la giustizia debba essere riformata nello stesso momento in cui dà un segnale forte della sua presenza mi sembrerebbe inopportuno. L’unica valutazione che mi sento di avanzare è che ci sono reati per i quali non si può accettare che intervenga la prescrizione, come nel caso del riciclaggio, dell’associazione a delinquere o dei reati verso l’amministrazione pubblica”.

Come conciliare le richieste delle aziende di maggiore flessibilità con i diritti dei lavoratori?
“La domanda parte da un presupposto sbagliato, ovvero pone in contrapposizione i diritti dei lavoratori con la possibilità di stare dentro al mercato. Una cosa non esclude l’altra. San Marino, come piccolo Stato, oltre al differenziale fiscale, dispone di importanti leve di autonomia e ha il grande vantaggio di dover impostare un’economia che è racchiusa in soli sessanta chilometri quadrati. I settori in cui rilanciare lo sviluppo non mancano: dalla manifattura digitale all’industria della conoscenza e della creatività, dai servizi di welfare alla nuova diplomazia, dall’economia verde alla ricerca informatica; senza dimenticare il turismo e l’artigianato. Ma bisogna fare in fretta, perché i sammarinesi migliori stanno andando all’estero”.

In caso di elezioni c’è l’alternativa? Qual è?

“Corre voce che l’accordo per un’alternativa ci sia già. Battute a parte, a mio parere non esistono soluzioni interne al quadro attuale. Di fronte ad uno scandalo giudiziario c’è sempre chi torna a proporre l’alleanza degli onesti. È una bella suggestione ma su un piano politico la soluzione è debole: il concetto di onestà è relativo e inoltre le forze politiche sono troppo sfibrate e compromesse per rimettersi in piedi da sole. Per troppi anni fare opposizione è stato solo un gioco delle parti in attesa del proprio turno a governare. Nessuno si è impegnato seriamente nella costruzione di un progetto che fosse l’alternativa non a una maggioranza, ma a un sistema. In altre parole se i sammarinesi non riscopriranno il piacere della politica, se non ritorneranno ad occuparsi direttamente della cosa pubblica, se non arriverà presto una stagione di grande partecipazione il futuro della Repubblica si farà sempre più buio”.

IVAN FOSCHI

Opposizione più forte o più debole dopo i recenti arresti?
“L’opposizione di oggi è formata da forze politiche e da persone provenienti da storie ed esperienze diverse. Alcune di queste sono alla loro prima legislatura, altre provengono da altri partiti, altre ancora, come Sinistra Unita, sono presenti da una decina di anni e si sono sempre contraddistinte per un’opera di denuncia sistematica delle connivenze politico affaristiche. Abbiamo sempre cercato di sensibilizzare il Paese sulla questione morale e sulla mancanza di trasparenza, invocando sin da tempi non sospetti un’azione di pulizia e la necessità di dotarsi di strumenti in grado di consentire lo sviluppo di indagini, anche impegnandoci in prima persona per cercare di realizzare quei cambiamenti che oggi iniziano a dare i loro frutti.

Certamente si rafforzano quelle componenti dell’opposizione che hanno maggiormente speso il loro impegno su questi temi e al tempo stesso riescono a dare una speranza per una nuova stagione politica che chiuda definitivamente questa pagina mettendo da parte senza indugi le logiche corruttive che hanno saccheggiato la cosa pubblica in questi decenni”.

La giustizia va riformata?

“Tutti i programmi elettorali contengono la necessità di riformare la procedura penale addirittura come ‘priorità’, eppure siamo ancora al Codice del 1878! Condivido molte proposte di riforma da lei individuate… tanto è vero che poco prima di lasciare la Segreteria di Stato per la Giustizia le avevo formalizzate in un apposito progetto di legge delega, che purtroppo non è stato più recuperato successivamente. Se in soli due anni avevamo raggiunto questo risultato, significa che per arrivare alla modifica del codice vera e propria i tempi non devono essere per forza biblici. Serve però la volontà politica di farlo. Non dimentichiamo che il Codice deve contenere tutte le garanzie per gli indagati ma non deve fornire escamotage per evitare di farsi processare, poiché ci sono anche gli interessi delle vittime o dei danneggiati che devono essere adeguatamente tutelati. In ogni caso, mi lasci esprimere l’apprezzamento per il lavoro dei Magistrati in quanto anche se molte norme sono di certo migliorabili, questo non deve togliere assolutamente nulla alla legittimità delle inchieste in corso e alla gravità delle accuse che vengono mosse a chi ha ricoperto incarichi di prestigio nelle Istituzioni”.

Come conciliare le richieste delle aziende di maggiore flessibilità con i diritti dei lavoratori?
“Il tema del lavoro, e più in generale quello dell’attrazione di nuovi investimenti, è uno snodo inevitabile per il rilancio dell’economia e per ridare una prospettiva ai sammarinesi diversa da quella di una nuova emigrazione. A mio avviso occorre una politica economica che sappia selezionare le attività su cui vuole puntare e soprattutto sappia individuare il tipo di investimenti utili per la nostra Repubblica, che presentino un progetto imprenditoriale e che non cerchino la strada per nuovi fenomeni criminali.

La sfida su cui misurarsi è quella di riuscire a creare condizioni vantaggiose, soprattutto in termini fiscali ma anche di efficienza e qualità dei servizi, snellezza della burocrazia, celerità della macchina pubblica, certezza del diritto e chiarezza normativa, senza però comprimere i diritti dei lavoratori. Una sinistra moderna deve realizzare questi obiettivi: puntare al futuro senza perdere quelle garanzie conquistate nel passato. La flessibilità deve accompagnarsi a strumenti di protezione sociale che non espongano i lavoratori al ricatto della precarietà”.

In caso di elezioni c’è l’alternativa? Qual è?
“Un’alternativa in questo momento non è presente, anche se ci sono alcune idee in campo, e proprio per questo motivo è necessario che le forze del cambiamento decidano di fare fronte comune per bonificare le Istituzioni dalle incrostazioni della vecchia politica, e da quei meccanismi di gestione del potere che servono solo alla creazione del consenso. Abbiamo visto che quel clientelismo e quello sperpero di risorse pubbliche che in passato a molti sembravano innocui, oggi hanno prosciugato le casse dello Stato e ci hanno lasciato con un apparato pubblico vecchio, un territorio privo di infrastrutture anche dal punto di vista tecnologico e una mentalità ancora refrattaria ad aprirsi e a cogliere nuove opportunità a livello internazionale. Ovviamente questo invito è rivolto anche a chi all’interno della maggioranza condivide la necessità di liberarsi di quei personaggi che continuano a tenere in scacco i partiti maggiori e condizionano l’azione dei governi privilegiando gli interessi di qualcuno a scapito di quelli collettivi. Se si vuole cambiare davvero bisogna mettere da parte le bandierine e avere il coraggio di rischiare, altrimenti si fa solo il gioco di chi vuole mantenere lo status quo”.

 

ALESSANDRO ROSSI, EX SINISTRA UNITA

Opposizione più forte o più debole dopo i recenti arresti? “L’opposizione è più forte nel paese soprattutto quella legata ai movimenti che non hanno legami con il passato ma non nella politica, essendo l’opposizione divisa e in parte pronta a offrire un sostegno forse già “definito”. Il consenso popolare può sfumare in tempi brevi perché non attrattivo in termini di potenzialità di cambiamento. Il limite del- la frammentazione è il segno di un paese diviso e sconcertato… se l’opposizione ‘migliore’ non riesce ad aggregare allora il ‘vecchio’ continuerà a dettare le proprio degeneri modalità”.

La giustizia va riformata?

“A San Marino la giustizia ha un ruolo delicatissimo, la sua scarsa presenza come elemento educativo nel passato è stata grave. Oggi le cose sono cambiate, e i risultati si vedono, ma attenzione! La magistrature deve fare emergere una verità processuale che sia il più vicina possibile alla realtà dei fatti e non disponibile ad essere usata politicamente. Solo con giustizia e verità sui fatti del passato si può cambiare il futuro. Gli adeguamenti normativi sono necessari ed improrogabili in particolare per il codice di procedura penale, e per il miglioramento di tutti gli strumenti inquirenti, oltre all’adeguamento agli standard internazionali, ad esempio le lacune con cui è normata la carcerazione preventiva è abbastanza preoccupante per i diritti umani, oltre alle difficoltà strutturali del carcere: mi dicono che i detenuti di notte hanno il pitale per i loro bisogni , così come è preoccupante la mancanze dei ‘giudici’ dei ‘giudici’, ma come in tutte le cose la differenza nelle istituzioni la fanno donne ed uomini competenti, preparati, giusti ed umani, qualcosa si intravede in questo senso. Solo donne ed uomini completi possono garantire una giustizia giusta e celere ed un miglioramento delle condizioni di agibilità generali sia della difesa che dell’accusa”.

Come conciliare le richieste delle aziende di maggiore flessibilità con i diritti dei lavoratori?
“Il mondo è cambiato e lottare per la salvaguardia di modelli che nulla hanno a che vedere con la rapidità dei cambiamenti indotti dalle tecnologie a mio avviso risulta inutile, non è altrettanto inutile lottare per la giustizia sociale e per l’uguaglianza e per garantire le risorse per una vita senza stenti a tutti i cittadini. Questa dovrebbe essere una responsabilità statale e sociale anche se il vero dramma di oggi è la società che non esiste più. I cittadini e le imprese alla luce dei diritti maturati e da maturare come quello del reddito devono però compensare con una responsabilità allargata sui doveri per ognuno, e da uno rinnovata coscienza civica.

La flessibilità è un must per le imprese ma non può voler dire sfruttamento, per questo si deve legare il salario alle performance di impresa e dello stato in entrambi i sensi di crescita e decrescita e garantire un salario minimo a tutti i cittadini, E’ inoltre vitale per San Marino una radicale riforma della PA per liberare risorse produttive”.

In caso di elezioni c’è l’alternativa? Qual è?
“L’alternativa ad oggi non esiste ma si può costruire ed in fretta purché gli attori in gioco comprendano la urgente necessità di un nuovo modello politico. Ci avevo provato prima delle scorse elezioni, quello che sta accadendo mi sta dando ragione: senza una classe politica unita, di qualità e in forte simbiosi con il popolo non si cambia. Io la costruirei non sull’etico distinguo Onesti/Disonesti ma su quello Comunitaristi/Individualisti. Ovvero raggruppare in un unico fronte per il cambiamento tutti coloro che credono che la priorità politica sia ricostruire una comunità, allargare e rendere chiare le responsabilità di ogni cittadino e di lavorare tutti per il benessere di San Marino e dei Sammarinesi.

Se non prevalgano gli ‘ismi’, quello del giustizialismo e del radicalismo, si potrebbero unire pezzi di Psd, Pss, Dc, Ap, Su ed i movimenti ed i cittadini con maggiori qualità riconosciute e potrebbero creare un fronte per liberare il paese dalla disastrosa politica individuale di questi ultimi anni. Basta volerlo e non voler cambiare il mondo da soli, non ci si riesce … già provato!

David Oddone, La Tribuna