Quando la politica era forte, i sindacati erano forti, Confindustria era forte.
Confindustria aveva leadership, pensiero, potere, ruolo. E se siamo diventati la seconda manifattura d’Europa, è stata questa la ragione.
Ora Confindustria ha un Presidente senza impresa, con un pensiero all’altezza della sua voce stridula. Voce inutile, perché non dice niente.
Cosa dice di fronte alle riforme necessarie per cambiare il Paese? Niente. Generici appelli. Buone intenzioni. Quelle cose che si imparano nei corsi di management delle sedi periferiche delle università. Dove il corso giustifica la sede.
Un Presidente di Confindustria dovrebbe dire con chiarezza perché il Paese non cresce e cosa fare.
Ad esempio:
1. Il lavoro cresce se crescono le imprese, non con i Centri per l’Impiego pubblici e i navigator;
2. La formazione deve essere più vicina possibile alle imprese;
3. Quindi nel Recovery ci devono essere risorse cospicue per le imprese che fanno formazione e per chi, agenzie pubbliche o private che siano, trova lavoro. Premiare chi crea lavoro e l’occupabilita’ delle persone;
4. Abolire il codice degli appalti che è stato pensato contro l’impresa. Che si basa sulla sfiducia verso l’impresa.
5. Invertire l’onere della prova. Non sono le imprese che devono dimostrare la propria correttezza, è lo stato che deve dimostrarne la scorrettezza;
6. Di conseguenza occorre abolire tutte le norme fondate sul sospetto, sul presupposto presuntivo della colpevolezza dell’impresa. Buona parte della tassazione presuntiva ed induttiva, sequestro preventivo dei beni, meccanismi premiali dell’azione del fisco basati sull’evasione presunta e non sull’accertato, le norme sui fallimenti e sui concordati che favoriscono i fallimenti e arricchiscono i consulenti dei Tribunali,
7. Ripristino della prescrizione come strumento indispensabile per accelerare i tempi dei processi;
8. Abolire le norme che armano la Pubblica Amministrazione contro le imprese e definiscono criminale per principio ogni relazione fra PA e impresa: reato di traffico di influenza, abuso d’ufficio, reati associativi e generici, Trojan ect.
Sono norme, prassi, sistemi di potere e di influenza basati sul sospetto ant’impresa che non ci fanno crescere e mettono in fuga gli investitori.
Di questo dovrebbe occuparsi Confindustria
Sergio Pizzolante
