L’apice della tensione nelle Sei Contee dell’Irlanda del Nord arriva ogni anno il 12 luglio con la parata più importante e significativa per gli orangisti: quella del «Glorious Twelfth». Per l’occasione arrivano da tutto il mondo. Sono gli affiliati dell’«Orange Order», la più grande organizzazione protestante ancora attiva. Nata nel 1795 nella contea di Armagh, conta ancora oggi oltre 30 mila affiliati solo nell’Irlanda occupata. E ha sedi in Scozia, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Quest’anno la parata, che è stata posticipata al 13 luglio, ha visto confluire nelle strade di Belfast orangisti da tutti questi Paesi sin dalle prime ore della mattina per celebrare la vittoria nella battaglia di Boyne del 1960 di Guglielmo III d’Orange contro i soldati del re cattolico Giacomo II°. Ma, di fatto, non è solo una celebrazione. Tra musica e rievocazioni storiche si vuole ricordare soprattutto il predominio britannico nell’Isola.
Quest’anno la parata, che è stata posticipata al 13 luglio, ha visto confluire nelle strade di Belfast orangisti da tutti questi Paesi sin dalle prime ore della mattina per celebrare la vittoria nella battaglia di Boyne del 1960 di Guglielmo III d’Orange contro i soldati del re cattolico Giacomo II°. Ma, di fatto, non è solo una celebrazione. Tra musica e rievocazioni storiche si vuole ricordare soprattutto il predominio britannico nell’Isola.
Donegall Road, la via principale nel centro di Belfast, è tappezzata di manifesti che pubblicizzano l’evento come una festa. Un evento, quello dell’«Orange Fest» che, però, negli anni si è trasformato in provocazioni settarie, scontri, feriti, arresti, molotov e spari. In particolar modo in passato, quando la parata, attraversando le strade del quartiere nazionalista repubblicano di Ardoyne, a Nord di Belfast, provocava la reazione degli abitanti. Da tre anni a questa parte, per fortuna, la commissione che si occupa dell’organizzazione, ha imposto di fermare la parata – quella più numerosa che si svolge nel pomeriggio – a Woodvale Road, a pochi centinaia di metri dal quartiere irlandese.
Qui non vi vogliamo
Il divieto, però, non riguarda la parata di partenza che ha inizio nella prima mattinata, giusto nel cuore di Ardoyne. Ed è per questo che il «Greater Ardoyne Residents Collective» (GARC), il collettivo dei residenti, ha indetto un presidio di protesta per le otto, proprio quando è previsto il passaggio dei filo-britannici.
Il Giornale.it