L’Isis: fuggire in Europa è peccato «Per i vostri figli la fine di Aylan»res

isis«LASCIARE volontariamente le terre dell’Islam per raggiungere quelle dei miscredenti è un pericoloso peccato grave». La rivista patinata in lingua inglese dello Stato Islamico – la nota Dabiq – usa l’immagine del povero Aylan, in bambino curdo annegato sulle coste turche, per mettere in guardia i credenti dal peccato che, scrivono citando il Corano, «li condannerebbe alle fiamme dell’inferno». In un articolo dal titolo ‘Il pericolo di abbandonare le terre dell’Islam’, i tagliagole del Califfo avvertono delle minacce che i musulmani troveranno in Europa, «terra dei miscredenti».
«Chi decide volontariamente di abbandonare Darul-Islam (la casa dell’Islam, ndr) per recarsi nelle terre degli infedeli – scrivono – compie un grave e pericoloso peccato e mette a rischio la vita e le anime dei figli». «Purtroppo alcuni siriani e libici sono disposti a rischiare la vita e le anime di chi hanno la responsabilità di crescere secondo la Sharia i loro figli e durante il viaggio pericoloso verso le terre dei crociati, che sono governate dalle leggi dell’ateismo e dell’indecenza, sacrificano molti di loro». «In Occidente – avvertono – vi troverete sotto la minaccia della fornicazione, della sodomia, della droga e dell’alcol».

SE L’ESODO inizia a preoccupare lo Stato islamico, l’Europa cerca di organizzarsi, ma con risposte diverse da paese a paese. L’Austria ha sospeso tutti i collegamenti ferroviari con l’Ungheria per l’eccesso di arrivi; Skopje sta valutando di costruire una barriera al confine con la Grecia, come Budapest ha già fatto con la Serbia. E mentre il premier ungherese Viktor Orban prepara una nuova stretta contro i rifugiati, la Danimarca ha ripristinato i treni con la Germania, facendo sapere che non ostacolerà il passaggio dei migranti diretti in Svezia. Gli Usa – che in 4 anni hanno accolto solo 1500 siriani – si sono detti pronti ad aprire ad altri 10mila profughi nel prossimo anno. Intanto nell’UE si cerca un accordo sulle quote obbligatorie per i ricollocamenti, in vista del consiglio Affari interni dei 28 di lunedì. L’intesa, dopo il sostegno dell’Europarlamento e l’appoggio convinto di Parigi e Berlino, appare più vicina e lo zoccolo duro dei falchi dell’Est sembra aver perso uno dei suoi elementi principali, la Polonia, ma ha visto aggiungersi la Romania. Oggi Jean Asselborn, rappresentante della presidenza di turno della Ue, ed il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier si riuniranno a Praga con i loro omologhi del ‘gruppo di Visegrad’ (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria), per cercare di convincerli.

Fonte: RESTO DEL CARLINO