Non sono cattiva, e’ che mi disegnano così.
Diceva Jessica Rabbit. La cosa geniale è che glielo faceva dire colui che la disegnava così.
Purtroppo non c’è alcunché di geniale in coloro, tanti, troppi, che disegnano, ogni minuto, l’Italia cattiva. La più cattiva al mondo, quasi.
Peggio dell’Uganda, cantava un altro genio, Giorgio Gaber, che prendeva in giro, già oltre un ventennio fa, la propensione dell’Italia a disegnarsi cattiva, povera, stracciona, ultima fra gli ultimi quasi ovunque.
Questo disegno fa ricchi i disegnatori senza genio. Sparsi ovunque, dai Talk ai partiti.
Non è così. La Fondazione Edison, ad esempio, con il professor Marco Fortis, disegna un’Italia molto diversa. Al Nord e al Sud. E’ di qualche anno fa, ad esempio, una analisi di Marco Fortis sul Sud che straccia ogni racconto e ogni piagnisteo sul Sud corpo unico ammalato di tutto. Una ricerca che dimostro’ come anche al Sud si può fare innovazione e impresa, nel settore ambientale e nel turismo, come in Puglia, in agricoltura, dalla Basilicata alla Sicilia. Nell’industria tecnologica, in quella farmaceutica, nell’automotive, anche.
Una ricerca che dimostrò che non è colpa del destino cinico e baro, se Lecce e Bari sono posti migliori per vivere rispetto a Foggia o Salerno rispetto a Caserta. Un sud insomma a macchie di leopardo con posti migliori e più dinamici, anche rispetto a tanti luoghi del nord.
Esaminando il mercato immobiliare, solo per fare un esempio, si scopre che in aree una volta depresse come il Capo di Leuca il valore degli immobili può esser superiore a quello di Riccione, che a sua volta supera abbondantemente i valori di Pesaro o di Rovigo.
Fortis e Fondazione Edison
stanno per pubblicare una nuova ricerca che disegna l’Italia di oggi, da presentare al G7 che si terrà in Puglia. In Puglia non a caso, perché non è un caso se la Puglia si dimostra capace di ospitare i potenti della terra.
Fortis ha anticipato i contenuti della sua ricerca su Il Foglio. E il risultato è sbalorditivo. Capace di frantumare ogni racconto ed ogni lamento di ogni Talk televisivo. Un racconto nuovo che non sarà raccontato a dovere perché in Italia vende di più Jessica Rabbit disegnata cattiva.
Perché fra “palco e realtà” direbbe Luciano Ligabue, da noi il palco prevale sempre sulla realtà.
Ma la realtà è molto migliore del palco. Molto. In Italia. Oggi. Dice la Fondazione Edison.
Prendiamo il misuratore principe della ricchezza, quella pro capite.
Dal 2014 a 2023, l’Italia, fra i paesi del
G7, cresce più di tutti, USA a parte. Più 1.1, Francia e Germania, più 0.7.
Grazie soprattutto ad Industria 4.0, governi Renzi e Draghi, nel periodo 20-23, l’Italia cresce del 4.9, Francia 0.1, Germania meno 0.1.
Secondo semestre 2023, l’Italia cresce più di tutti, tranne USA, Germania meno 0.3.
Sono quasi migliori i dati del debito pubblico.
E qui bisogna dire un’altra verità, sul Superbonus, molto impopolare oggi, soprattutto fra chi non ne ha potuto usufruire. Al di là di storture, esagerazioni e truffe, che ci sono state, il Superbonus, dice Fortis ha contribuito alla crescita del Pil e contemporaneamente alla decrescita del debito, che è passato da 154.9 punti del Pil del 2020 al 137.3 del 2023. Una decrescita doppia rispetto alla Spagna o, addirittura, tripla, rispetto ai paesi nordici che ci danno lezioni.
L’inflazione è a gennaio di quest’anno la più bassa fra i paesi del G7, più 0.8. Germania più 2.9, USA e Francia più 3.1.
L’occupazione è ai massimi storici.
23 milioni e 729 mila occupati a fine 2023. Più 991 mila durante governo Draghi, più 613 mila durante governo Meloni. È tutto questo succede in virtù della crescita dell’edilizia, certo, ma anche, molto, per il boom dell’export.
677 miliardi nel 2023. Italia quinto paese esportatore al mondo. Ad una attaccatura del Giappone che ha il doppio dei nostri abitanti.
E questo grazie ad un fenomeno che è solo italiano, unico nel mondo, 9200 imprese medie e medio grandi, che producono la qualità del Made in Italy, che rompe gli standard, le standardizzazioni, che fa crescere produttività e ricchezza. E lavoro migliore, di qualità. Questo grazie ai fortissimi investimenti in tecnologie degli ultimi anni, con Industria 4.0.
Che chi volle il reddito di cittadinanza abolì per un periodo non breve.
C’è un altro dato molto importante e per niente raccontato. La riduzione drastica di quella che tecnicamente si chiama: “deprivazione sociale e materiale”. E’ l’indice, la deprivazione, dell’Eurostat, che scatta quando vengono a mancare 7 su 13 fabbisogni basici per ogni essere umano. Bene, l’Italia è passata dal 2015 al 2022, da 7.386 milioni di persone in stato di deprivazione a 2.613 milioni. La Germania è a 5.1 milioni, la
Francia a 5 milioni, la Spagna a 7.5 milioni.
Il centro nord Italia ha un indice di deprivazione sotto l’Olanda. Il sud, nella sua media, poco sopra la Spagna.
L’Italia è una Jessica Rabbit buona raccontata cattiva.
Sarebbe buonissima se le le “Ferrari” della nostra industria potessero correre non sulle nostre strade sterrate della nostra pubblica amministrazione e della nostra burocrazia.
Sarebbe ancora più buona se il Sud prendesse coscienza di sé sino in fondo. Se ci fossero più Salerno, più Salento, piu’ Bari, più Basilicata, più Ragusa.
Sergio Pizzolante