L’Italia in prima fila per ricostruire l’Ucraina

La rinascita di un Paese devastato della guerra passerà anche dall’Italia, che vuole giocare un ruolo da protagonista in questa sfida, pianificando una strategia prima che il conflitto finisca. E’ questo il messaggio che il governo porterà domani a Roma, in occasione della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina. Un appuntamento a cui parteciperanno circa mille aziende di entrambi i Paesi e le associazioni di categoria, tra cui Confindustria, per un confronto a tutto campo su infrastrutture, energia, agribusiness, salute, digitale, spazio e siderurgia. La regia sarà politica al più alto livello: a fare gli onori di casa la premier Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso. In rappresentanza di Kiev, il primo ministro Denys Shmyhal ed il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba tra gli altri.
   

L’idea di una conferenza sulla ricostruzione nasce dalla convinzione che non bisogna attendere la cessazione delle ostilità, hanno sottolineato fonti diplomatiche. Perché sono tante le cose da fare per ricucire un tessuto economico e sociale devastato da 14 mesi di bombe: occorre ripristinare rapidamente le infrastrutture critiche, sminare e riabilitare le zone liberate, modernizzare le aree non coinvolte nel conflitto.
   

In quest’ottica, le circa 600 aziende italiane presenti domani al Palazzo dei Congressi dell’Eur saranno chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. E chi sarà in grado di ben posizionarsi nella fase di “fast recovery” si troverà in vantaggio quando la ricostruzione vera e propria sarà avviata. Il governo considera del resto fondamentale il coinvolgimento dei soggetti privati, perché la ricostruzione vale 411 miliardi e non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici. Allo stesso tempo, si sottolinea, Kiev dovrà portare portare avanti le riforme per garantire più legalità e trasparenza, creando un ambiente favorevole alla realizzazione dei progetti.
   

Il processo di ricostruzione, per l’Italia, si intreccia anche con quello di adesione dell’Ucraina all’Ue e della sua integrazione nel mercato unico. In questa chiave, non si tratterà semplicemente di riedificare un Paese, ma di migliorarlo, accelerandone il cammino verso un’economia e una società più verdi, smart e interconnesse. Quello che inizierà domani, quindi, sarà un percorso che si annuncia lungo e articolato, in cui Roma vuole assumere un ruolo di leadership, grazie anche alla presidenza del G7 che assumerà l’anno prossimo. Con l’idea di ospitare una conferenza generale sulla ricostruzione dell’Ucraina nel 2025.
   

Fitto il calendario di domani al Palazzo dei Congressi. Si parte con una sessione a porte chiuse composta da 7 tavoli tematici su altrettanti settori individuati come prioritari. Nella sessione plenaria spazio agli interventi istituzionali, che saranno aperti da Tajani. Al termine sono previsti incontri b2b e b2g, a porte chiuse, per dare concretezza ed operatività al sostegno italiano. La conferenza sarà chiusa dal presidente di Confindustria Bonomi e dai due premier, Meloni e Shmyhal. Oltre che da un messaggio video del presidente Volodymyr Zelensky. 


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