Lo scandalo «Panama Papers» Informatico arrestato a Ginevra

urlEsame sui computer della sede svizzera della «Mossack Fonseca»: da lì potrebbero essere usciti i dati riservati sulla clientela dello studio specializzato in società off shore

Un esperto informatico è stato arrestato a Ginevra nell’ambito dell’inchiesta su cosiddetto scandalo Panama Papers, il furto di centinaia di migliaia di dati e documenti custoditi dallo studio Mossack Fonseca, con sede nel paese centroamericano, e specializzato nella costituzione di società off shore. La notizia è stata anticipata dal quotidiano svizzero Les temps e successivamente confermata, seppur in termini generici dal procuratore ginevrino. L’informatico, di cui non sono state fornite le generalità aveva lavorato proprio per lo studio Mossack Fonseca e potrebbe essere uno dei responsabili del clamoroso casi di hackeraggio.
La «falla» di Ginevra
Secondo il quotidiano svizzero non ci sarebbe ancora un’accusa formale in questo senso da parte delle autorità inquirenti; sarebbe stata invece perquisita la sede a Ginevra della società panamense e sarebbe cominciato l’esame di alcuni computer, tra cui quelli in uso alla persone arrestata. La procura di Ginevra aveva aperto un’indagine sulla fuga di informazioni in aprile , pochi giorni dopo la pubblicazione delle prime notizie sull’attività della Mossack Fonseca e sui nomi della sua clientela. Da parte loro i professionisti di Panama hanno sempre affermato di non aver svolto alcun tipo di attività illegale ma al contrario di essere rimasti vittime di un reato informatico e dui avere di conseguenza presentato denunce in tutti i luoghi in cui ha sede la società e dove in teoria potrebbe essere avvenuta la violazione dei suoi sistemi informatici. La «falla», dunque, potrebbe essere stata individuata ora nella sede di Ginevra.
Politici e calciatori
Con il nome di «Panama Papers» viene definito il caso della sottrazione di circa 11 milioni di dati dallo studio Mossack Fonseca e in particolare le informazioni su 214.000 società create dalla compagnia latino americana. Il sospetto è che quelle società fossero soggetti di comodo creati da cittadini non panamensi per evadere o eludere le tasse nei loro paesi di origine. Tra i clienti dello studio ci sarebbero gli attuali leader di cinque governi (Arabia Saudita, Emirati, Ucraina, Islanda, Argentina ) e anche il padre dell’attuale premier britannico David Cameron. Lo stesso Cameron aveva ammesso di aver posseduto azioni di un fondo panamense ma di aver venduto tutte le quote prima di approdare a Downing Street. Tra i personaggi illustri che compaiono nei documenti rubati, figurano il presidente della Fifa Michel Platini e il calciatore Lionel Messi

Corriere.it