Lo scaricabarile europeo che nega le ragioni del Cav

Raccontare la storia dell’imprenditore e statista Silvio Berlusconi finisce per essere un racconto dell’Italia degli ultimi dieci lustri. Un’impresa tutt’altro che agevole. Cimento che non ha spaventato Alberto e Giancarlo Mazzuca. Forti di una copiosa bibliografia, arricchita di aneddoti e curiosità che rappresentano da sempre gli ingredienti più sapidi per un buon cronista, i due autori/fratelli hanno dato alle stampe Silvio in rosso e nero. La vita del Cavaliere in sella all’Italia (Baldini&Castoldi). La bicromia del titolo ricorda la passione calcistica di Berlusconi ma è inevitabile cercare un rimando al capolavoro di Stendhal che in quei due colori vedeva le due «vite» del protagonista Julian Sorel: la prima segnata dal colore dell’abito talare e la seconda dalla giubba del militare in carriera.

I Mazzuca scorrono le tappe della biografia berlusconiana incasellandole in quadri capaci di rilevare ogni volta il quid capace di rendere la sua vita inimitabile eppure emblematica della nostra epoca. Fin dai primi «lavoretti» come studente prodigio dei Salesiani, per poi proseguire con la musica sulle navi da crociera e i primi investimenti nel settore dell’edilizia resi possibili dal premio (in denaro) vinto per la sua tesi di laurea con il massimo dei voti (e la lode) in Diritto commerciale.

E la sua intraprendenza e il suo coraggio hanno fatto dire nel 1986 al costruttore Giovanni Botta, ricordando i primi passi nell’edilizia di Berlusconi, «sono convinto che prima o poi arriverà al Quirinale». La profezia non si è avverata. Il leader azzurro si è fermato a pochi metri dal traguardo.

Tra coloro che hanno intuito il potenziale di Berlusconi i Mazzuca ricordano anche Mike Bongiorno. La scelta di passare alla televisione commerciale del Cavaliere era tutt’altro che scontata ed è stato un endorsement, quello di Bongiorno, che va considerato come un passaggio fondamentale nella carriera imprenditoriale di Berlusconi. Che per primo intuì il potenziale della fascia oraria mattutina mandando in video per le casalinghe Marco Columbro con Buongiorno Italia, sorta di risposta italiana alla popolare trasmissione della Abc Goodmorning America. Intuizioni altrettanto illuminanti sono quelle che legano il suo nome a quello del Milan. Anche in questo caso Berlusconi ha saputo ribaltare i pronostici di chi non vedeva con favore il suo approccio visionario. E ha dato ai suoi collaboratori un nuovo modo di pensare il calcio. «Berlusconi criticava quando il Milan andava bene. Ma quando facevamo male ci sosteneva», ha ricordato anni dopo Carlo Ancelotti, il tecnico più premiato del calcio europeo.

Il libro dei Mazzuca offre ampio risalto al cambiamento radicale che Berlusconi ha portato nel modo di fare e di raccontare la politica nel nostro Paese. Risultando una delle figuri centrali degli ultimi trent’anni. «Solo Napoleone ha fatto più di me», ebbe a dire lui stesso per motivare la sua centralità nell’Italia dopo la Prima Repubblica. Ed è una figura sulla quale è senz’altro opportuno interrogarsi anche oggi, all’indomani delle elezioni politiche che hanno riportato il suo partito, Forza Italia, a occupare un posto di rilievo nella formazione del nuovo governo a guida di Giorgia Meloni. Dopo aver raccontato le vite di personaggi chiave e controversi della storia italiana come Gianni Agnelli e Indro Montanelli, Alberto e Giancarlo Mazzuca scrivono ora la storia di Silvio Berlusconi: una biografia approfondita, senza veli, attuale più che mai. Mostrandone debolezze e i punti di forza, attraverso una fitta documentazione e le testimonianze di chi lo ha conosciuto da vicino. Con un’ampia parentesi dedicata ai rapporti con Indro Montanelli e la difficile «convivenza» sulla tolda del Giornale. Eppure anni dopo, quando ormai lo storico direttore aveva archiviato anche la breve esperienza della Voce, ebbe a dire del Cavaliere: «Fu straordinario prima che diventasse l’Unto del Signore. Alla Voce c’è mancato proprio un Berlusconi».


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