L’Omelia di Stato … di Domenico Gasperoni

Uno sguardo sul rapporto Stato-Chiesa e sulla gara del Predicatore Quaresimale.

Nei rapporti Chiesa e Stato, la storia della nostra Repubblica ha vissuto due periodi contraddittori. Per molti secoli si è lavorato per unire i due poteri, dal punto di vista istituzionale, culturale e sociale. Negli ultimi decenni dell’800 e dagli inizi del ‘900, è partita una specie di lotta di liberazione, o meglio, lotta di separazione. Oggi le due tendenze continuano ma in una strana convivenza: chi vuole slegare, chi vuole unire di più.

Siamo nel tempo di Quaresima. Pochi ne conoscono il senso. E’ rimasto un periodo significativo solo per i credenti. Ma non gode di ottima salute nemmeno per loro. Vi racconto ora qualcosa sull’omelia di Stato. Da tempo antico, c’era una figura nominata dal Consiglio e pagata dall’erario pubblico: il Predicatore Quaresimale.  Un predicatore di Stato. Nei secoli scorsi, i “40 giorni” erano un periodo di proibizioni e precetti. La forte imposizione sociale ha probabilmente fatto perdere il valore culturale della spiritualità, della riflessione, del digiuno e della responsabilità sociale. Valori non di fede ma di civiltà. Per fortificare questo controllo sociale, a San Marino ha fatto la sua parte anche lo Stato.

Sfogliando i verbali consiliari dell’800 si trova spesso all’o.d.g. questo argomento. C’erano tre sistemi di ingaggio: l’autocandidatura; il concorso, procedura nella quale il Consiglio riceveva le varie richieste e nominava il preferito con la ballottazione e il “Turno delle Famiglie dei Religiosi”: in caso di necessità, venivano obbligati i Religiosi regolari esistenti in Repubblica ad esercitare a turno il ruolo di Predicatore. Una volta il Consiglio, forse infastidito della continua mancanza del Predicatore, lancia un invito-rimprovero ai Religiosi di San Marino. Si devono impegnare di più negli studi. Così il Governo potrà utilizzarli per questo ed altri incarichi. Si parla di Predicatore della Quaresima anche nei castelli di Serravalle e Montegiardino. Nel 1806 viene accolta la richiesta dei consiglieri di Serravalle di aumentare “ la paga del loro predicatore di 11 paoli e legna grossa”, portandola per l’avvenire a 3 scudi. Nel 1832 alcuni Possidenti di Montegiardino chiedono che il Consiglio decreti che «tutti i possidenti di quella Comunità possano essere obbligati a pagare la tassa fissata per formare la solita Provvisione del Predicatore…».

Ma l’ “omelia di Stato” non stava bene a tutti. Talvolta il Predicatore non si limitava ad illustrare la Dottrina Cristiana, ma parlava d’altro. Nella seduta consiliare del 3 maggio 1862 si discute un’istanza d’Arengo di Lodovico Simoncini: perché “ in avvenire i Predicatori vengano ammoniti dal Governo di attenersi al Vangelo ed a percuotere il vizio, omettendo di entrare in questioni politiche».

Il Consiglio risponde che non è competenza sua ma del Potere Esecutivo. E tutto resta come prima. Nel periodo di forte contestazione verso la Chiesa, anche la faccenda della spesa per il Predicatore viene tirata in ballo. Ad es., nell’esercizio finanziario 1908-1909, Pietro Franciosi torna a criticare lo stanziamento dedicato al predicatore e al Culto. Lo definisce “capitolo inutile e ingiusto, considerando le 1400 lire stanziate, come gettate al vento”. E’ un oltraggio alla parte sana della cittadinanza che non vorrebbe fosse favorita nessuna confessione religiosa, per il principio che ogni governo deve essere neutrale ed areligioso.

Un’ultima curiosità quaresimale. Fuori tema, ma interessante. Durante la prima guerra mondiale, era vietata la pesca nell’Adriatico. Il pesce non arrivava più a San Marino. Quindi si creò il problema dell’astinenza del venerdì. La Curia è costretta a rivolgere una supplica al Beatissimo Padre “per togliere il peccato derivante dell’inosservanza dell’astinenza quaresimale”. Si chiede un indulto per gli abitanti di San Marino, per attenuare la rigidità dell’obbligo all’astinenza. Nel febbraio del 1916, arrivò il sì della Congregazione del Concilio. I sammarinesi durante la Quaresima potranno fare alcuni giorni in meno di astinenza. Ma dovranno compensare con altre opere pie, elemosine ai poveri. Osservazione conclusiva: dal punto di vista canonico, il nostro Paese non ebbe mai un profilo giuridico stabile. Talvolta era Italia, talvolta era San Marino. Trattamento di favore o scarso rispetto per la Repubblica?

Domenico Gasperoni