I M– USEI britannici sono generalmente aperti al pubblico, gratuiti e ben organizzati e sono rari i casi in cui li sono chiusi per sciopero. Il personale è generalmente impiegato direttamente dai musei ed è quindi statale; negli ultimi 20 anni si possono contare su una mano i giorni di chiusura per sciopero.
MA LE COSE stanno cambiando e, nonostante i
tory vogliano far passare in Parlamento una legge che renderebbe ancora più difficile una class action, quest’anno è stato molto agitato per parecchi musei. A partire dalla National Gallery (nella foto) e la Tate di Londra, seguite dai musei nazionali di Scozia e del Galles, dove lo staff è insorto per questioni di retribuzione e pensioni. Nel caso della National Gallery, da pochi mesi sotto la direzione dell’italiano Gabriele Finaldi, il problema sta nella privatizzazione dei servizi. Lo staff è in ammutinamento ed è già arrivato a 100 giorni di sciopero, numero che festeggerà con una grande manifestazione a Trafalgar Square la prossima settimana, dove il personale del museo rilascerà 100 palloncini.
Va notato però che, anche nei giorni di sciopero, i musei rimangono in gran parte aperti (vengono chiuse solo alcune stanze alla volta), per «non rovinare l’esperienza» ai visitatori.
Resto del Carlino