
Vorremmo avere “tanti Mattarella ma poi votiamo degli imitatori scarsi di Fiorello. Da una parte vorremmo che la politica fosse una cosa seria, dall’altra votiamo gente che fa i filmati, le battute… siamo noi elettori ed essere confusi”. Lo dice all’ANSA Luca Bizzarri, alla vigilia del debutto in teatro (la tournée parte il 5 maggio dal Teatro Comunale di Ferrara, e ha tra le tappe Torino, Bologna, Genova, Milano, Palermo, Cagliari, Roma) con il suo nuovo spettacolo, scritto insieme a Ugo Ripamonti, Non Hanno un Amico. Alla base c’è l’omonimo podcast, nato nel 2022 durante l’ultima campagna elettorale, nel quale l’attore e autore, con una media di 50mila ascolti giornalieri e un milione di streaming al mese, affronta tra ironia, autoironia e riflessione temi come la comunicazione politica, i fenomeni social, aspetti positivi e negativi nel racconto del Paese.
Far partire il podcast durante la campagna elettorale “è stato giocare facile. Anche perché i politici in quella fase danno il meglio di sé, sono tutti a mille. Noi in realtà viviamo un’eterna campagna elettorale ma in quei mesi lì già solo i loro sbarchi su TikTok regalavano perle meravigliose”. Sui politici italiani “avevo aspettative bassissime che sono state rispettate. Anche se la colpa di tante brutte figure non è solo loro. Io me la prendo più con i loro collaboratori, chi gli cura la comunicazione, per questo il titolo del podcast e dello spettacolo è Non Hanno un Amico”. Il podcast “ha mille facce, in un’ora di spettacolo teatrale è difficile farle vedere tutte.
Sarà anche un racconto che si modifica col tempo. La parte predominante adesso è quella riflessiva/satirica, su noi stessi, su chi siamo come elettori e chi eleggiamo”.
È uno spettacolo che potrebbe anche avere una trasposizione televisiva? “Con Paolo (Kessisoglu, l’altra metà del duo creato 25 anni fa) e Mia Ceran facevamo su Rai 2 una cosa molto simile, Quelli che… dopo il Tg, che andava oltretutto molto bene. Ma negli ultimi anni i programmi di satira sulla tv pubblica non si possono più fare, perché la politica non è in grado di sostenerla: chi fa satira viene trattato come un avversario politico”. Un atteggiamento “cresciuto nel tempo, con l’avvento dei grillini, il che è paradossale, essendo un movimento fondato da un comico”. L’ironia sui politici e non solo, ha reso Bizzarri anche oggetto di molti attacchi sul web: “L’odio online spesso è inesistente, perché viene da un posto che non esiste – commenta l’attore, vincitore dell’edizione 2023 di Lol 3, su Prime Video -. Dargli troppo peso è inutile. Il gioco dell’indignazione sui social ha bisogno ogni giorno di benzina nuova, che viene bruciata velocemente”. Lol (dov’era in campo anche Kessisoglu) è stato più liberatorio o uno stress? “Essendo competitivo, a un certo punto il programma volevo vincerlo… non avrei riso per sei mesi pur di riuscirci”. Invece lavorare, sempre con Kessisoglu, a fianco di Loretta Goggi in Benedetta primavera su Rai 1 “è stata una grande gioia, un punto di arrivo in una carriera. Loretta è parte della mia cultura televisiva, il primo amore per tanti di noi. Trovarsela di fianco, poter scrivere per lei e fare delle cose insieme mi ha reso orgoglioso”.
Tornando al duo, Bizzarri e Kessisoglu sono cointerpreti della nuova commedia di Fausto Brizzi, Da Grandi (remake del film diretto nel 1987 da Franco Amurri, Da Grande), arrivato in sala con un’uscita evento dal 29 aprile al 1 maggio e poi da giugno su Prime Video. Inoltre continueranno a essere protagonisti delle copertine per diMartedì su La7: “Lavorare con Giovanni Floris è molto coinvolgente, ogni volta la sfida è anche far ridere lui. In quei dieci minuti lì ancora si può sparare su ogni tema, nessuno ci ha mai detto di evitare qualche battuta. Lavoriamo in una libertà assoluta, e non è facile che succeda in tv, è un giardino dove è molto bello stare”.
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