Diventa sempre più opinione comune che il nostro paese si trovi nel bel mezzo di una tragicomica crisi politica oltre che economica e finanziaria.
Lo scenario di squallore che il teatro degli avvenimenti ci propone, non è che quello storicamente conosciuto , che passa dall’umiliazione del voto popolare, e che prosegue attraverso l’usurpazione ed il saccheggio di simboli, valori ed ideali, che nulla hanno a che fare con questa “congrega” di transfughi e franchi tiratori.
L’aria da bordello che i sammarinesi respirano ormai in silenziosa rassegnazione e l’odore di liquame che scende dal trono dei “capi bastone”, rende questa tragicommedia ancora più nefasta.
Cosa c’è di ancora più tragico che dover ridere di un nobile paese come il nostro, patria dei Gino Giacomini e di Pietro Franciosi ?
Svanito il sogno di una fiorente Montecarlo, San Marino assume i contorni di una mini Kabul, con etnie ribelli pronte al martirio per la caccia alle mappe degli esigui tesori rimasti .
I primi “eroi nazionali” del primo secolo del terzo millennio dopo Cristo hanno ben altro da fare che pensare ad un progetto utile per il futuro dei sammarinesi.
La tragedia ultima è quella che si legge sulla faccia dei sammarinesi che non hanno ancora pensato quale San Marino preferire, se la tragedia o la commedia.
Ma qui purtroppo non c’è riformismo che tenga .
Cascano sempre male.
Luciano Moretti
Sinistra Unita