
Le tensioni fra Pechino e Taipei potrebbero essere risolte cedendo parte del controllo di Taiwan alla Cina. Elon Musk veste ancora i panni del negoziatore e, dopo aver suggerito la sua ricetta per la guerra in Ucraina, guarda ora all’Asia e in particolare a quella Cina dove ha enormi interessi economici con la sua Tesla. Descrivendosi come una persona che “cerca di fare la cosa giusta anche se non è sempre chiaro”, il miliardario ha illustrato al Financial Times la sua soluzione. “La mia raccomandazione sarebbe quella di immaginare una zona amministrativa speciale per Taiwan che sia ragionevolmente appetibile. Probabilmente non renderà tutti felici… ma è possibile, anzi credo probabile, che possano avere un accordo che sia più clemente di quello di Hong Kong”, ha spiegato il patron di Tesla, convinto che in mancanza di soluzioni un conflitto su Taiwan sia “inevitabile”, con conseguenze pesanti per l’economia mondiale, che rischia un crollo del 30%. La posizione dell’uomo più ricco del mondo si scontra con quella di Joe Biden, con il quale non scorre buon sangue visto che – ha attaccato più volte Musk – il presidente ha deliberatamente ignorato Tesla ogni volta che ha parlato di rivoluzione delle auto elettriche. Gli Stati Uniti aderiscono ufficialmente alla politica dell’Unica Cina ma in una recente fuga in avanti Biden non ha escluso la possibilità che gli Usa possano difendere militarmente Taiwan nel caso di un “attacco senza precedenti” da parte della Cina. A Taipei le parole di Musk non sono piaciute, tanto che un deputato del partito democratico progressista ha lanciato un appello a boicottare Tesla. Lo stesso era accaduto nei giorni scorsi in Ucraina dopo che Musk aveva twittato una serie di proposte di pace che a Kiev erano sembrate schiacciate sulle volontà del Cremlino. Il piano proposto dal patron di Tesla per risolvere la guerra prevedeva un’Ucraina neutrale, una Crimea russa e nuovi referendum nel Donbass il cui esito sarebbe dovuto essere rispettato da tutti. Musk aveva incassato i complimenti del falco Dmitry Medvedev mandando però su tutte le furie Kiev. “Tesla è sicuramente una bella macchina. Ma oggi preferisco gli Himars”, aveva twittato stizzito Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky. Alle polemiche però Musk è abituato. Da mesi è nel mirino di una valanga di critiche per la sua acquisizione di Twitter, prima corteggiata poi scaricata e che ora cerca di portare a casa evitando un processo che potrebbe avere implicazioni per tutto il suo impero, da Tesla a SpaceX.
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