L’ultimo colpo di Obama: stop alle trivellazioni di gas e petrolio in Artico e Atlantico

WASHINGTON – Nonostante la sua eredità sia a forte rischio, nonostante Donald Trump abbia promesso di ridare spazio ai combustibili fossili, Barack Obama ha assestato l’ultimo colpo in tema di ambiente. Un colpo forte, destinato a restare visto che sarà molto complesso per il suo successore ribaltare la decisione. Il presidente americano uscente ha infatti vietato in modo permanente le trivellazioni di petrolio e di gas naturale offshore nell’Artico e nell’Atlantico. Una mossa tesa a legare le mani a Donald Trump, che ha promesso in campagna elettorale di rilanciare la produzione interna di gas e petrolio e ha affidato posti chiave della sua amministrazione a persone legate all’industria petrolifera, come il segretario di Stato Rex Tillerson, amministratore delegato di Exxon Mobil.

La Casa Bianca ha spiegato che il presidente ha dichiarato una parte del Mare dei Ciukci, che mette in comunicazione il mare di Bering con l’Oceano Artico, e la maggior parte del mare di Beaufort “off limits a tempo indeterminato per future concessioni per le trivellazioni petrolifere e del gas”. Anche il Canada, contestualmente, ha annunciato il congelamento delle esplorazioni petrolifere nelle acque dell’Artico. “Queste azioni, e quelle parallele del Canada, vogliono proteggere un ecosistema unico e fragile”, ha dichiarato Obama, sottolineando che anche con massimi standard di sicurezza i rischi di fuoriuscita di petrolio in un ambiente così remoto sarebbero troppo alti.

Così, aggiunge il presidente americano uscente, si intende non solo proteggere “un ecosistema unico ed incredibilmente vivo” ma anche gli interessi delle popolazioni locali, proteggendo anche le risorse ittiche che sono alla base dell’economica delle comunità native dell’Alaska, come ha dichiarato il segretario all’Interno, Sally Jewell. Obama ha poi dichiarato 31 zone off limits alle trivellazioni lungo le coste dell’Atlantico, dal New England fino alla Virginia, per proteggere un ambiente dal “valore ecologico critico ed insostituibile”.

A differenza delle altri misure per la protezione delle acque territoriali americane dalla trivellazioni adottate da Obama negli anni scorsi attraverso ordini esecutivi, che il nuovo presidente potrà revocare, questa mossa invece viene legittimata da una legge del 1953, l’Outer Continental Shelf Lands Act, che autorizza i presidenti a dichiarare territori protetti da future concessioni di licenze petrolifere.

La legge è stata usata in passato per limitarle lungo le coste orientali e occidentali, ma finora i divieti avevano sempre una data di scadenza. Ora Obama ha indicato una durata “a tempo indeterminato” del suo ordine. “Queste azioni hanno la forza di legge, il futuro presidente non avrà l’autorità di revocarle”, affermano fonti della Casa Bianca. Se Trump intenderà farlo dovrà quindi affrontare i ricorsi e le sfide legali che le associazioni ambientaliste, che hanno esultato per l’iniziativa di Obama, non faranno mancare.

La mossa, comunque, non avrà effetti sulle licenze già concesse ed esclude un’area vicino alla costa del mare di Beaufort. Si ritiene che avrà un effetto minimo sull’industria petrolifera americana che ha un’attività molto limitata nella regione dove gli investimenti infrastrutturali sono molto costosi. Appena lo 0,1% della produzione offshore del greggio Usa è arrivata dalla regione lo scorso anno.

Nonostante questo, l’American Petroleum Institute ha accusato Obama di aver messo a rischio la sicurezza nazionale “che dipende dalla nostra capacità di produrre petrolio e gas negli Stati Uniti”. Il direttore del think tank dell’industria petrolifera ha poi affermato che “non esiste l’idea del divieto permanente” affermando che si lavorerà con la nuova amministrazione per annullare la misura.

“Obama e Trudeau, Presidenti di Stati Uniti e Canada, si sono finalmente impegnati per la protezione dell’Artico”, scrive Greenpeace Italia in una nota. “In gran parte di questi territori saranno vietate ora le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Obama è andato anche oltre, escludendo airgun e trivelle da un importante tratto della costa atlantica statunitense: il “divieto permanente di trivellazione” interessa il 98 per cento delle acque federali dell’Artico, ben oltre 465 mila metri quadrati”. “Milioni di persone in tutto il mondo hanno sostenuto la campagna di Greenpeace per la protezione dell’Artico, un ecosistema unico,

ricco di diversità biologica e di importanza fondamentale per la regolazione del clima del pianeta”, prosegue Greenpeace. “Nell’Artico vivono oltre 20.000 specie animali e i ghiacci artici – riflettendo i raggi solari – mitigano gli effetti del riscaldamento globale”. repubblica.it