Per sperare di poter tornare ad essere una comunità “normale” è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, mettere da parte i personalismi, dimenticare la demagogia e le strumentalizzazioni, iniziare a ragionare in termini concreti per un recupero efficace del Paese.
È giunto il momento in cui la critica, fine a se stessa, sia abolita a tutti i livelli, magari proprio iniziando con la classe politica che dovrebbe essere l’esempio fondamentale per tutti cittadini, la quale, unendo le proprie forze indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, dovrebbe almeno tentare di salvare e rilanciare questo nostro Paese.
Unire le forze non dovrebbe essere difficile, le ideologie sono state spazzate via almeno da 20 anni, è ora di rendersi conto che non è più possibile ragionare in termini di personalismi o di interessi bottega, è giunta l’ora di operare concretamente e onestamente per il proprio Paese.
Le difficoltà del Paese sono le difficoltà di tutta la comunità, non si risolvono ne a destra ne a sinistra, si affrontano insieme con un unico obiettivo: “il bene del Paese”, requisiti fondamentali restano il buon senso, l’onestà e la voglia operare per lasciare ai nostri figli un Paese così come lo abbiamo ereditato.
È anche vero che “cento teste, cento idee” possono ingenerare confusione, è quindi necessario individuare un “leader” all’interno dell’Esecutivo, da tutti condiviso, di provata onestà e di forte personalità, che possa spronare e coordinare il Collettivo per raggiungere quei risultati diversamente impossibili.
Dovrebbe essere stilato un programma complessivo e concreto, non certo solo in termini di enunciazioni, di tutti gli interventi o singoli progetti ritenuti utili, possibili e necessari.
Sarà necessario coinvolgere Aziende, Associazioni, gruppi di lavoro, commissioni create ad hoc, dando a ciascuno l’incarico di verificare la fattibilità, elaborare e progettare ogni singolo disegno, ognuno il proprio senza pressioni e intromissioni, fermo restando il confronto, prima della realizzazione, per la necessaria valutazione del rapporto costi/benefici.
Se si aspetta di realizzare tutto insieme non si inizierà mai e mai si troverà una via d’uscita, il Paese continuerà a rimanere ingessato perseverando nel piangersi addosso.
Seguitare a guardare indietro, solo per cercare i colpevoli, distoglie tempo e risorse altrimenti utili per uscire dall’attuale situazione di difficoltà.
Tutto ciò presuppone un radicale cambiamento anche dei tempi di risposta politica, i tempi della politica, quelli che abbiamo conosciuto fino ad oggi, sono deleteri e non sostenibili in un momento di grande difficoltà economica e strutturale, con tutto il resto del mondo che corre a velocità impressionante.
Nel contempo sarà necessario operare un “dimagrimento” della Pubblica Amministrazione chiedendo comunque a ciascun dipendente la massima efficienza, responsabilità e professionalità.
“dimagrimento” che potrebbe iniziare con la riduzione di una o due ore di lavoro giornaliero che porterebbe certamente un grosso ridimensionamento della spesa corrente, con un minimo disagio dei dipendenti e senza alcun disagio per gli utenti se, nel contempo, si procederà a snellire la burocrazia che oggi ha raggiunto livelli insostenibili sia per le imprese, che la subiscono, che per la Pubblica Amministrazione che la impone.
È ora di smettere di enunciare o criticare, è ora di impegnarsi su cose concrete, dare inizio ai lavori…
Il tempo è scaduto, ogni giorno che passa è un giorno perso …. e ne sono stati persi già tanti !!!
The Joker