
Esplode la faida nel Movimento 5 Stelle. Dopo il clamoroso tracollo alle amministrative, con i grillini spariti in tutta Italia, Luigi Di Maio non usa mezzi termini per condannare il fallimento targato Giuseppe Conte. Intervenuto ai microfoni dei cronisti davanti alla Camera, il ministro degli Esteri ha ammesso: “È normale che l’elettorato sia disorientato, non abbiamo mai brillato alle elezioni amministrative ma non siamo neanche andati mai così male”.
Il titolare della Farnesina ha bacchettato Giuseppi, rimarcando che non si può risolvere l’analisi del voto facendo i risalire i problemi del Movimento all’elezione del presidente della Repubblica. Ma non solo. Di Maio ha invocato un grande sforzo di democrazia interna: “Non veniamo da una storia che si è distinta per democrazia interna, ma proprio per questo anche rispetto a un nuovo corso servirebbero più inclusività”.
Il messaggio dell’ex leader pentastellato è chiaro: bisogna promuovere il dibattito interno, includendo di più persone esterne al M5s. “Non si può dare sempre la colpa agli altri”, il giudizio di Di Maio: “Bisogna anche un pò assumersi delle responsabilità rispetto ad un’autorefenzialità che andrebbe un po’ superata”. Stoccate a Conte a pioggia, a partire dalla fuga del giurista dal confronto diretto: “Mi rivolgo a voi – in riferimento ai giornalisti –perché non esiste un posto dove poterlo dire oggi”.
Clima di altissima tensione nel Movimento, tra il rischio scissione e la leadership a dir poco zoppicante di Conte. Le strategie dell’ex primo ministro non sono piaciute a parte del mondo grillino e le ultime mosse hanno fatto storcere il naso a molti. Il Movimento 5 Stelle ambisce a guardare al 2050, ma in realtà sta guardando a prima del 2018, “che era un altro mondo”, il parere del politico campano. E non solo:“C’è una radicalizzazione in corso che anche rispetto alla politica e alle alleanze storiche vede in questo momento un’ambiguità su cui non concordo”.
Di Maio ha acceso i riflettori sulle critiche rivolte al governo, paragonando l’autoproclamato avvocato del popolo a Matteo Salvini: “Io non credo che sia opportuno assumere delle decisioni che di fatto disallineano l’Italia dall’alleanza Nato e dall’alleanza Ue. Non credo che sia opportuno mettere nella risoluzione che impegna il presidente del Consiglio ad andare in Consiglio europeo delle frasi o dei contenuti che ci diseallineano dalle nostre alleanze storiche. L’Italia non è un Paese neutrale, ma ha delle alleanze storiche da tanto tempo grazie ai nostri padri fondatori. Non possiamo stare nel governo e un giorno sì e uno no attaccarlo per imitare Salvini”. Una polveriera, la rottura sembra dietro l’angolo.
Soffermandosi sulla crisi in Ucraina, Di Maio ha ribadito che la diplomazia italiana lavora sette giorni su sette dal primo giorno del conflitto e “non solo la domenica”. L’Italia sta attraversando un momento molto delicato, ha aggiunto il ministro degli Esteri, ponendo l’accendo sul dossier gas: “Mosca sta riducendo la quantità di gas verso l’Europa. Fortunatamente grazie alle diplomazia energetica che abbiamo condotto possiamo gestire questo momento ma serve un tetto massimo al prezzo del gas, come abbiamo chiesto in Europa”.
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