M5s-Rousseau, ok al divorzio. Ma Conte ha già nuovi guai

Il divorzio è ufficiale. Davide Casaleggio abbandona il M5s e consegna i dati degli iscritti. Nel tardo pomeriggio di ieri (24 ore prima della scadenza dell’ultimatum del Garante per la privacy) arriva l’annuncio di Giuseppe Conte dal suo profilo Facebook: «Il tempo dell’attesa è finito. Abbiamo raggiunto l’accordo con Rousseau e ci hanno consegnato i dati degli iscritti al Movimento. Ci prendiamo solo qualche giorno per verificare i dati e predisporre tutte le attività preliminari alle operazioni di voto. Subito dopo presenteremo il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori. Sarà aperta una fase per le osservazioni degli iscritti ed entro la fine di questo mese ci sarà la pronuncia con un voto online prima sullo Statuto e successivamente sul nuovo leader del M5s».

L’ex premier precisa che i debiti del M5S con l’associazione Rousseau sono stati onorati: «I debiti non si discutono, si onorano. Avevo dato la mia parola, ho fatto seguire i fatti. Abbiamo trovato una soluzione, che consentisse la partenza di questa nuova fase, mettendo fine alle varie pendenze e onorando i pagamenti». Si parla di una transazione pari a 250mila euro. L’addio è carico di veleni: «Con dolore, al completamento del passaggio dei dati, mi disiscriverò dal Movimento 5 Stelle come tanti hanno deciso di fare negli ultimi mesi. Questo non è più il Movimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre», attacca Davide Casaleggio. Per Conte invece «il nome Casaleggio evocherà sempre la storia del Movimento».

«Qualche giorno fa – rincara Casaleggio – ho espresso con chiarezza quale fosse, a mio avviso, la via da percorrere per risolvere le criticità nel quale si è trovato il Movimento 5 stelle. Ho chiesto a tutti gli organi legittimati di indire un voto, mettendo a disposizione Rousseau, al fine di dare seguito alle decisioni degli iscritti nel pieno rispetto dello Statuto. Mi è stato indicato che si vuole percorrere un’altra via. Ne prendo atto con rammarico».

Getta acqua sul fuoco il ministro degli Esteri Luigi di Maio: «Adesso più che mai dobbiamo fare squadra, coinvolgendo tutti. Con Giuseppe Conte possiamo rilanciare il Movimento, ora dobbiamo sostenerlo e blindare la sua leadership. Uniti possiamo ancora fare tante cose utili per gli italiani». Mentre fonti di Rousseau fanno sapere che l’ordine del Garante prevede «la consegna solo del 10% degli iscritti». Che l’accordo fosse ormai a un passo lo si era capito con la mail spedita nella serata di venerdì ai parlamentari in cui si imponeva il silenzio stampa per non turbare la trattativa finale. La strada di Conte verso la leadership del Movimento è però ancora in salita. L’ex inquilino di Palazzo Chigi deve superare ancora tre ostacoli. Il primo: chi sborsa i soldi per saldare Casaleggio jr? Nel piano di Conte la spesa ricadrebbe sui parlamentari che dovrebbero autotassarsi per chiudere il contenzioso. E già spuntano i primi malumori. I parlamentari non vogliono sborsare un euro. D’altronde sono gli stessi parlamentari (appoggiati dal capogruppo alla Camera Davide Crippa) che si sono rifiutati di pagare lo stipendio a Rocco Casalino. Secondo ostacolo: lo statuto del M5s, modificato a febbraio scorso, non prevede più la figura del capo politico ma è stato introdotto il direttorio composto da 5 membri. Si dovrà indire una nuova consultazione per modificarlo. Terzo ostacolo: manca la piattaforma per far votare gli iscritti.


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