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Emmanuel Macron si rivolge francesi in tv con un discorso attraverso il quale tenta di riallacciare il dialogo dopo la contestata promulgazione della legge di riforma delle pensioni, tra venerdì e sabato scorsi. La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale soltanto poche ore dopo il via libera del Consiglio costituzionale è stato interpretato dai sindacati e dall’opposizione come l’ennesima “provocazione”. “Fino all’ultimo mostra disprezzo” ha detto il leader della Cfdt, Laurent Berger.
“Le modifiche previste da questa legge sulle pensioni entreranno in vigore gradualmente a partire dall’autunno”: queste le prime parole di Emmanuel Macron nel suo discorso tv ai francesi dopo aver confermato di aver promulgato la legge di riforma che da 3 mesi provoca proteste nel paese.
La riforma delle pensioni “era necessaria per garantire la pensione di tutti e per produrre più ricchezza per la nostra nazione”: lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, nel suo discorso in tv ai francesi. “Mentre il numero dei pensionati aumenta – ha detto Macron – e la nostra speranza di vita si allunga, la risposta non poteva essere quella di abbassare le pensioni o aumentare i contributi di chi lavora”.
I sindacati e i partiti che si sono opposti alla riforma che aumenta da 62 a 64 anni l’età pensionabile si dicono determinati a continuare la battaglia, anche se dal punto di vista istituzionale il percorso della riforma si è completato. Macron vorrebbe “voltare pagina” e “passare ad altre riforme” – come ha sottolineato la premier Elisabeth Borne – ma il ricorso alla fiducia per far passare in parlamento una legge che la maggior parte dei francesi non voleva ha lasciato il segno. Il presidente riceverà in giornata all’Eliseo ministri e responsabili della maggioranza per consultarli sulle “prospettive e sulle settimane e mesi prossimi”, dicono nel suo entourage. I sindacati – che si riuniscono anch’essi in giornata per mettere a punto la strategia – vogliono tenere alta la temperatura sociale e non lasciar spegnere la protesta. Per il 1 maggio, la leader della Cgt, Sophie Binet, vuole in piazza “un’onda popolare e storica”. Berger auspica che in quella giornata “vengano battuti tutti i record quanto a manifestanti in piazza”.
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