Il piano francese per il riconoscimento dello Stato di Palestina spacca la scena diplomatica internazionale. A poche ore dall’annuncio ufficiale del presidente Emmanuel Macron, gli Stati Uniti alzano un muro. Dall’altra parte, l’Arabia Saudita definisce la mossa “storica” e invita altri Paesi a seguirne l’esempio.
La tensione si è accesa ieri sera, quando Macron ha comunicato la decisione della Francia di riconoscere formalmente lo Stato palestinese nel corso dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma a settembre a New York. Un passo, ha spiegato il presidente francese attraverso i social, che si inserisce nella tradizione diplomatica del Paese “a favore di una pace giusta e duratura in Medio Oriente”.
La replica di Washington non si è fatta attendere. Questa mattina, il segretario di Stato Marco Rubio ha respinto con fermezza l’iniziativa francese, definendola “una decisione sconsiderata” e accusando Macron di “ostacolare la pace” invece di favorirla. Secondo il rappresentante americano, il riconoscimento unilaterale rischia di rafforzare la propaganda di Hamas e rappresenta un affronto diretto alle vittime dell’attacco del 7 ottobre.
Di segno opposto, invece, la reazione dell’Arabia Saudita. Il ministero degli Esteri di Riad ha espresso pieno appoggio alla scelta di Parigi, definendola una “decisione storica” che riafferma il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla creazione di uno Stato indipendente entro i confini del 1967. Nella stessa nota ufficiale, il Regno ha esortato altri Paesi della comunità internazionale ad adottare “analoghe misure positive”.
Mentre lo scenario geopolitico si polarizza, l’intervento francese riapre un fronte diplomatico delicato, rimettendo al centro del dibattito internazionale la questione palestinese. Il confronto si annuncia acceso da qui a settembre, quando l’Assemblea dell’ONU sarà chiamata a fare da teatro a una delle mosse più divisive degli ultimi anni in Medio Oriente.