Madonna: Michael Jackson Tribute e le dichiarazioni di Lou Ferrigno

Michael Jackson è stato ucciso dai debiti e a dirlo è Lou Ferrigno, l’ex star de «L’Incredibile Hulk» che stava allenando la popstarin vista dei 50 concerti di Londra

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. «Michael era sottoposto ad uno stress tremendo – ha rivelato Ferrigno al “Daily Mirror” – ed è questo che lo ha ucciso. Aveva accumulato debiti per 400 milioni di dollari (pari a poco meno di 300 milioni di euro) ed era come se avesse una pistola puntata alla tempia: per questo aveva deciso di tornare sulle scene».

GLI ALLENAMENTI – Lui e Jackson erano amici dal 1995, quando vennero presentati da una conoscenza comune, e da allora il loro rapporto è sempre cresciuto, tanto che Ferrigno ha solo belle parole per lo sfortunato cantante. «Era un ragazzo fantastico, timidissimo ma molto dolce, che era consapevole di tutta l’attenzione di cui godeva, ma che quando era con me diventava una persona estremamente semplice. A legarci, è stata anche la nostra comune infanzia, fatta di soprusi e di dolore per colpa dei nostri padri. La sua via di fuga fu la musica, mentre la mia fu il body-building. In aprile, mi chiese di aiutarlo a rimettersi in forma in vista dei concerti di Londra: così andavo da lui tre volte a settimana con i manubri da poco più di un chilo per fargli fare gli esercizi, anche se Michael non amava i pesi, perché diceva che non voleva che gli venissero delle spalle e dei muscoli come i miei. Al che, io lo prendevo in giro, dicendogli che in nessuna maniera dei manubri di un chilo gli avrebbero fatto venire delle spalle grosse come le mie. Durante le sedute, parlavamo di tante cose: della vita passata e di quella presente, dei suoi sogni e delle sue speranze. Non c’erano guardie del corpo né security: lui non voleva nessuno intorno quando lavorava con me e spessissimo ascoltavamo della musica, Beatles e The Mama & The Papas in particolare. Michael mi ha pure insegnato il suo celebre “Moonwalk”, ma questo è un segreto che resterà con me».

«BURLONE» The Ant Bully download – A sentire il racconto dell’Incredibile Hulk, Jacko era in ottime condizioni non solo fisiche, ma anche psicologiche. «Era molto felice e il merito era dei suoi bambini. E noi ci facevamo davvero un sacco di risate insieme. Era un vero burlone: ricordo che mi faceva spesso delle telefonate dove camuffava la voce e mi diceva di chiamarsi Omar e di essere un mio stalker. Io lo riconoscevo immediatamente, ma lui negava sempre. Una volta venne ad una convention dedicata ai film d’azione dove c’ero anche io vestito da mostro, con tanto di maschera. Nessuno lo riconobbe e, all’inizio, nemmeno io, perché pensavo fosse un qualche personaggio di Star Trek, solo dopo mi resi conto che si trattava di Michael. Del resto, lui ha sempre adorato travestirsi, così poteva andarsene in giro senza essere riconosciuto: in fondo, è rimasto un bambino che non voleva crescere ed è questo il motivo per cui ha costruito Neverland. Non era solo per i bambini, era la sua Disneyland personale, dove poteva fare quello che voleva lontano dalle telecamere».

LA TRISTE NOTIZIA – Ferrigno e Jackson hanno lavorato fianco a fianco fino alla fine di maggio e l’attore non riesce proprio a darsi pace della sua morte. «Stava bene, era in forma esattamente come quindici anni fa e non c’era alcun segnale che mi facesse pensare che prendesse dei farmaci. La sua flessibilità, poi, era in costante miglioramento, perché gli esercizi facevano ormai parte della sua routine e questo era un dato molto importante per una persona con il suo fisico e che non ballava da tanto tempo. L’ultima volta che l’ho visto è stato tre settimane fa, mentre facevo degli spettacoli sulla East Coast: eravamo d’accordo di stare un po’ insieme prima che Michael andasse in Inghilterra, ma poi mi è arrivata la terribile notizia della sua morte. E’ stato un vero choc: all’inizio, pensavo fosse un macabro scherzo, invece, purtroppo, era tutto vero. Mi sono sentito come dopo l’11 settembre, con un grande senso di vuoto e una perdita enorme nella mia vita». fonte corriere della sera