Mafia capitale, Francesco Storace prevede un terremoto in Regione Lazio: “Zingaretti sta per dimettersi”

storaceL’ex ministro della Salute Francesco Storace sembra esserne certo: “Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti si dimetterà dopo Pasqua”. Sono passati pochi giorni dall’ultima bufera che ha travolto la giunta regionale laziale, con il capo gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro, costretto alle dimissioni perché coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitalecon l’accusa di aver truccato una gara d’appalto. Ma quelle dimissioni sarebbero solo uno scricchiolio per la sedia di Zingaretti, per Storace sempre più prossimo a mollare: “Ho raccolto voci che circolano all’assessorato alla Sanità e in Consiglio regionale – ha detto il leader della Destra al Giorno – Colleghi di entrambi gli schieramenti mi hanno raccontato del nervosismo che c’è in giunta e del timore di uno scioglimento subito dopo Pasqua”.

Il caso – È sicuro di quel che dice Storace anche perché c’è un episodio che rimane emblematico. Qualche giorno fa doveva esserci una conferenza stampa congiunta tra il presidente della regione Lazio e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il primo però non si è presentato. Per Storace quell’assenza non è casuale e nessuno dal ministero avrebbe smentito: “Ho sentito una marea di gente di area Ncd: non si vogliono esporre”.

Tensione – Nel palazzo della Regione Lazio l’aria sarebbe tesissima e Storace riconosce un clima simile alla crisi che ha travolto qualche anno fa l’ex governatrice Renata Polverini: “Forse temono provvedimenti giudiziari in arrivo” ha sentenziato. Storace aggiunge altri indizi, cioè il fatto che il Pd stia già facendo terra bruciata intorno al suo capo della giunta laziale: “Sarà inevitabile la resa dei conti nel Partito democratico – ha aggiunto Storace – li vedo combinati male” continua nell’intervista ridendo e poi la frecciata: “Magari prima o poi si costituiscono…”. Ma la profezia nefasta di Storace si allarga. A rischiare il posto ci sarebbe anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino: “È inevitabile, il cancro vero sta in Campidoglio”.