In data 9 maggio 2014 programmavo un intervento di sostituzione protesica per le metacarpo falangee in una paziente assistita sammarinese affetta da grave forma di artrite reumatoide alle mani con importante limitazione funzionale tale da renderle impossibile l’utilizzo delle stesse nelle normali funzioni del vivere quotidiano.
Tale patologia altamente invalidante comporta in alcuni casi fortunatamente rari/una gravissima deformità con deviazione delle dita lunghe e conseguente perdita totale della funzione di presa e quindi di utilizzo della mano stessa.
Da anni come è noto a tutti gli ortopedici, questa patologia viene trattata in tutto il mondo con la sostituzione protesica di queste articolazioni col vantaggio di stabilizzare le stesse in buon atteggiamento ripristinando una funzione altrimenti completamente persa. Questa chirurgia peraltro riconosce un livello elevato di specializzazione e viene data la gravità della malattia stessa, erogata in strutture pubbliche gratuitamente in tutta Europa in Centri di alta specializzazione.
La chirurgia della mano reumatoide è addirittura una specialità nella specialità necessitando di esperienza specifica e di tecnologia adeguata.
Ebbene il Direttore Sanitario del nostro ospedale il giorno prima dell’intervento programmato ha annullato l’intervento stesso con una motivazione che si commenta da sola: “L’intervento proposto dal dott. Soragni non rientra nelle prestazioni garantite da questo Istituto; quando esistono particolari problematiche che esulano dai livelli di assistenza garantiti il medico proponente sottopone una relazione clinica esauriente in cui spiega la causa e i possibili benefici della proposta terapeutica”. Firmato dott. Manzaroli.
A questo punto mi domando come sia possibile che una legge così importante che definisce i livelli di assistenza sia stata fatta senza che i professionisti ne siano stati messi al corrente! Ritengo che avrei dovuto essere messo al corrente anticipatamente sui livelli di assistenza e relative prestazioni garantite da questo Istituto e quali sono le problematiche che esulano dai livelli di assistenza garantiti.
Non solo ma vorrei inoltre conoscere con quale competenza un Direttore Sanitario decida di sospendere un intervento riconosciuto in tutto il mondo peraltro assolutamente necessario per una patologia che rientra fra le malattie assolutamente invalidanti e per le quali è nata una chirurgia specifica e totalmente a carico del sistema sanitario.
Pensavo, ma mi illudevo, che avere a San Marino un chirurgo che per anni si è dedicato a questa chirurgia ed è stato fra i primi in Italia a impiantare protesi nell’artrite reumatoide fosse un vanto oltre che una opportunità. Con questa decisione il Direttore Sanitario oltre a offendere il sottoscritto e la sua professionalità, ha offeso la paziente privandola di una possibilità terapeutica tanto utile quanto indispensabile.
In qualità di Primario già Presidente della Società Italiana di Chirurgia della Mano Membro della Federazione Europea Servizi Urgenza mano Specialista oltre che in Ortopedia e Traumatologia in Chirurgia della Mano, non posso che esprimere tutta la mia amarezza per un comportamento che ha danneggiato soprattutto una assistita ma anche offeso l’etica che ha sempre contraddistinto le scelte di questo Istituto.
oliviero Soragni
Tribuna porta alla luce questo incredibile episodio accaduto all’Iss, con protagonista il direttore sanitario dell’Istituto. A quanto ha potuto apprendere il nostro giornale, la paziente è disperata. D’altra parte ogni giorno in più con una malattia del genere, rappresenta un piccolo calvario. Soprattutto l’operazione non potrà più essere eseguita da un luminare qual è il dott. Soragni, visto che tra appena un mese andrà in pensione. La paziente dunque dovrà essere spedita fuori, con notevoli costi per l’Iss e conseguenti disagi per lei. Un intervento del genere infatti necessita di una certa organizzazione ed allestimento. Bloccarla il giorno prima ha comportato gravi difficoltà. Problemi anche di immagine, visto che sarebbe stata la prima operazione di questo genere effettuata a San Marino, il che avrebbe potuto accrescere la reputazione del nostro ospedale anche all’esterno. In un momento, quello post referendum, nel quale certamente questa immagine non brilla. Ciò che risulta maggiormente incredibile è che tra i due professionisti non ci sia stata neppure una telefonata: un comportamento quanto meno singolare quello del direttore Manzaroli, visto che Soragni è quasi da trent’anni a San Marino ed è un medico apprezzato a livello globale. Giusto per la cronaca, sono venuti a curarsi per lui e grazie a lui, personaggi del calibro di Inzaghi, Stoner, Capirossi, Simoncelli. Ma anche altri calciatori, motociclisti, pallavolisti e corridori.
Non solo: qualche mese fa gli istituti ortopedici, scuola di specialità di ortopedia di Bologna, hanno riconosciuto il nostro reparto sammarinese di ortopedia come centro per frequentare i corsi di specialità: il merito va in larghissima misura a Oliviero Soragni. Ma la cosa maggiormente inquietante e che interessa il nostro giornale al di là di tutto, è che evidentemente esistono dei livelli di assistenza garantiti e altri no, dei quali nemmeno i medici sono a conoscenza.
Un fatto questo sul quale è necessario andare a fondo e fare immediatamente chiarezza, nell’interesse soprattutto dei pazienti, ma anche dei medici. C’è poi lo sgarbo verso un professionista serio, Oliviero Soragni, che ha sempre dato tutto per l’ospedale di Stato. Ma su questo non entriamo nel merito perché, purtroppo, la riconoscenza non fa più parte di questo mondo.
David Oddone, La Tribuna