
Maldini come Draghi
Se Maldini fosse davvero in bilico come dicono un bel po’ di giornalisti sportivi dalla Gazzetta a Sky, dopo la sconfitta con l’Inter, smetterò di tifare Milan e di guardare il calcio.
Con Maldini il Milan ha vinto lo scudetto ed è arrivato fra le prime quattro in Europa.
Da oltre 10 anni faceva fatica ad arrivare fra le prime 4 in Italia.
Era diventata una squadretta.
Con trattative infinite fra proprietari finiti e personaggi indefinibili. Impalpabili.
Cose che hanno fatto molto ridere tutti e mortificato i tifosi. Tutti.
Campagne acquisti senza soldi e senza giocatori da vendere per fare soldi.
Scudetto e quarto posto in Europa sono quindi un miracolo vero.
Quasi quasi comincio a credere all’esistenza di Dio. Almeno nel calcio.
E conti in ordine anche.
La campagna acquisti e le fughe di calciatori.
Se hai un ordine aziendale di prendere solo giovani e con tetti di stipendi per giovani è chiaro che corri dei rischi.
Se il modello è l’Arsenal rischi di vincere niente come l’Arsenal.
È invece il Milan di Maldini ha vinto.
Ha problemi certo.
Ma non puoi chiedere a Maldini di vincere la Champion e il campionato con i mezzi del Milan e dopo dieci anni di disastri.
E come chiedere a Draghi di vincere tutto nel mondo con Salvini e Di Maio. Impossibile.
Comunque, il Milan deve tenersi stretto Maldini, fare il contrario di quello che l’Italia ha fatto con Draghi.
Perché Maldini è Draghi nel calcio.
Per stile, per competenza, per serietà, per il rispetto di cui gode in tutto il mondo.
Il Milan senza Maldini sarebbe prova di stupidità.
Sarebbe intifabile. Almeno per me.
Sergio Pizzolante