
Il governo farà tutto il necessario per far fronte al disastro che ha colpito le Marche. “Ho parlato con Acquaroli. Ringrazio la protezione civile e le autorità locali e i sindaci delle zone colpite che sono i protagonisti in prima persona della presenza dello Stato. Ringrazio anche tutti i soccorritori”, ha detto il premier Mario Draghi che nel pomeriggio si recherà nei luoghi colpiti dall’alluvione. “Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza con lo stanziamento di 5 milioni per i primi aiuti”, ha assicurato il Presidente del Consiglio.
La tregua di queste ore, che sta consentendo di spalare il fango per riaprire alcune vie di comunicazione, potrebbe non essere sufficiente. E’ prevista infatti per domani una nuova ondata di maltempo. E’ il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli a dire: “Ci stiamo preparando” con “l’allerta e la costituzione di una filiera, cercando, speriamo, di scongiurare un evento come quello di ieri, che in alcune parti del territorio è arrivato ad una precipitazione di 400 millimetri d’acqua in pochissime ore. Se pensiamo che di solito in un anno cadono 1.200 millimetri voi capite che parliamo di 400 litri a metro quadrato”. Per gli sfollati “stiamo predisponendo strutture”, ha aggiunto il governatore. Il bilancio di vittime e dispersi è fermo a nove vittime. Due di queste sono in corso di identificazione e potrebbero essere ricomprese nel numero dei dispersi, che sono allo stato quattro, dei quali due minorenni.
E su coloro che hanno perso la vita cominciano ad emergere le prime tragiche storie. Tre delle quattro vittime di Pianello di Ostra, Andrea Tisba e il padre Giuseppe e un altro uomo, sarebbero morte per mettere in salvo le auto che si trovavano nei garage. E’ quanto dicono due ragazzi mentre stanno ripulendo un’abitazione del paese colpito dall’alluvione. I tre sono morti tutti nello stesso palazzo. “Lì sotto – aggiungono – sono stati sorpresi da acqua e fango”. La quarta vittima, invece, sarebbe morta perché non ha voluto abbondare casa. “Mio zio – racconta il nipote cinquantenne – è morto forse perché ha sottovalutato il pericolo: non ha voluto lasciare la propria casa ed è rimasto intrappolato”.
L’eccezionalità dell’evento che ha colpito le Marche è confermata dal Cnr: il nubifragio è stato infatti il più intenso degli ultimi dieci anni nella Regione.
Resta alta infine la polemica sia per la mancata allerta che per la scarsa prevenzione. “Non erano state messe le paratie a proteggere le sponde dei ponti sul Misa, avrebbero protetto meglio le strade”, denuncia Enrico Pergolesi, consigliere comunale di minoranza a Senigallia, per il quale l’amministrazione cittadina non ha agito per la “manutenzione del territorio: gridano vendetta gli argini pelati a scaloni e i tronchi estirpati come stecchini che hanno occluso i ponti cittadini”.
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