Maltempo: lo strazio dei genitori di Mattia

(ANSA) – BARBARA, 27 SET – L’angelo più bello è stato
inghiottito dal fango. Si chiamava Mattia Luconi, aveva 8 anni
ed era un bambino speciale. La furia dell’alluvione, che la sera
del 15 settembre ha portato morte e distruzione nelle Marche, lo
ha strappato dalle braccia della sua mamma e alla vita. Tra
lacrime e dolore, oggi l’ultimo saluto nella chiesa di Santa
Maria Assunta di Barbara, minuscolo paesino dell’entroterra
Anconetano. In prima fila, davanti alla piccola bara bianca, la
mamma Silvia Mereu e il papà Tiziano. Guardano il feretro
coperto di fiori con il cuore in frantumi e con i ricordi dei
giorni felici trascorsi con il loro “gnometto” come lo
chiamavano. Silvia, farmacista nota in vari centri della zona, è una scampata dell’alluvione, si è salvata per miracolo quella
maledetta notte e ha lottato come una leonessa per il suo
cucciolo, per mettere in salvo Mattia. Non c’è l’ha fatta. E il
pianto disperato al termine della funzione religiosa racconta
tutto il suo strazio di mamma e di donna che si porterà dietro
per il resto della vita. Tiziano resterà nella memoria
collettiva per il suo coraggio e per la fede che lo ha
accompagnato nella speranza di ritrovare il bimbo in vita. Non
ha dormito per giorni e sperava nel miracolo. Sotto sotto ci
speravano tutti, anche se nella consapevolezza che fosse
impossibile. Il ritrovamento del corpicino inerme è arrivato
dopo giorni di ricerche e sofferenze. Quasi un’amarissima
liberazione. Silvia lo aveva implorato: “ridatemi mio figlio,
così da avere una tomba su cui piangerlo”. Oggi non l’ha mollato
un centimetro. Passo dopo passo, l’ha seguito per l’ultimo
viaggio. Poco più in là Tiziano. Travolto dall’affetto degli
amici e di chi l’ha conosciuto in questi giorni. Guarda la bara
di Mattia e gli manda un bacio. Intanto la folla applaude e i
palloncini bianchi si levano in cielo. (ANSA).
   


Fonte originale: Leggi ora la fonte