Amara sorpresa per il Movimento 5 stelle al termine di una ‘call’ convocata dal leader pentastellato Giuseppe Conte con i vicepresidenti del Movimento, i capigruppo e i coordinatori dei Comitati permanenti. Nei conti del M5s, infatti, stando a quanto scoperto dall’agenzia Adnkronos, mancherebbero all’appello “diversi milioni di euro” a causa dei mancati versamenti dei parlamentari. Un duro colpo per la propaganda grillina, che ha sempre fatto affidamento sull’autotassazione dei suoi eletti.
Per quanto, infatti, i conti del Movimento siano in attivo e il bilancio abbia ricevuto il via libera, quei mancati versamenti potrebbero rappresentare un problema per il futuro del partito. Al di là della scoperta, che mina la fiducia all’interno del partito ma, soprattutto, negli elettori, nelle prossime settimane il M5s si appresta a espandere la struttura del partito. Dopo le elezioni amministrative del prossimo 12 giugno, infatti, si procederà con la nomina dei referenti territoriali. Un buco non da poco nei conti del partito, convinto di poter avere a disposizione milioni di euro in più che, invece, ora dovranno essere recuperati in tempi stretti per attuare tutti i progetti del partito.
Ma questo non è l’unico problema che si troverà ad affrontare Giuseppe Conte nelle prossime settimane. Da una parte, infatti, parte degli elettori e la frangia più integralista del partito tirano la giacchetta del leader del Movimento, invitandolo a distaccarsi dalla linea del governo Draghi in merito al supporto all’Ucraina nella guerra scatenata dalla Russia. Dall’altra, però, Conte deve evitare le rotture all’interno del partito, dove l’ala governista, guidata da Luigi Di Maio, non sembra aver intenzione di spaccare la maggioranza e conferma la linea del presidente Draghi. Conte non intende cedere sui principi esposti in questi giorni, ovvero sulla necessità di perseguire la strada diplomatica e di evitare un nuovo invio delle armi. Mancano ancora quindici giorni all’appuntamento e bisognerà vedere se arriveranno da qui al 21 giugno particolari richieste da parte dell’Alleanza atlantica: il compromesso potrebbe essere quello di evitare accenni alla fornitura di materiale bellico.
In più, sulla testa di Conte pende anche il provvedimento giudiziario sullo statuto, che non dovrebbe arrivare prima di fine mese, quando la situazione politica potrebbe già essere più lineare. In caso di esito negativo, Giuseppe Conte dovrà capire quali potranno essere i margini di operatività politica e giuridica, ma la possibilità di un ‘reset’ o di un azzeramento non porterebbe ad un M5s 2.0.
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