Manette in Germania a torturatore di migranti dopo le indagii della DDA di Palermo: accusato anche di aver accoltellato un bimbo somalo perchè si ribellò a tentativo di violenza sessuale

Un uomo somalo di 29 anni è stato arrestato ieri, mercoledì 30 luglio, a Zweibruecken, in Germania, con l’accusa di aver sequestrato, torturato e ucciso migranti durante la sua attività di carceriere in Libia. Tra le accuse più gravi spicca quella di aver accoltellato a morte un bambino, suo connazionale, che si era ribellato a un tentativo di violenza sessuale da parte dell’uomo.

Le indagini, condotte dalla Dda di Palermo e coordinate dalla Procura, sono state avviate nel giugno 2023 a seguito della denuncia di un migrante somalo arrivato a Lampedusa, che ha identificato il 29enne come il torturatore operante nel campo di prigionia di Bani Walid, in Libia. L’uomo avrebbe agito su incarico dei trafficanti libici, esercitando violenza e torture per costringere le famiglie dei migranti a versare ingenti somme di denaro come riscatto per la liberazione.

Il caso del bambino ucciso emerge come una delle atrocità più sconvolgenti: il giovane sarebbe stato assassinato con una coltellata alla gola mentre cercava di opporsi a un abuso sessuale che il 29enne intendeva filmare per intimidire la famiglia e ottenere denaro.

L’arresto in Germania è avvenuto grazie a un mandato d’arresto europeo emesso dal gip di Palermo e coordinato con le forze di polizia tedesche. L’uomo era stato localizzato grazie all’analisi degli indirizzi IP di un suo profilo Facebook, che ha permesso di seguirne gli spostamenti dalla Libia all’Italia e infine alla Germania.

Oggi, giovedì 31 luglio, il 29enne è in custodia cautelare in carcere, in attesa delle procedure di estradizione e di ulteriori sviluppi giudiziari. Le autorità italiane sottolineano l’importanza di questa operazione come segnale forte contro le reti criminali che sfruttano i migranti attraverso violenze indicibili, anche su minori.