Manuel Poggiali dal motomondiale alla nazionale di calcio a 5

Manuel Poggiali gioca a Calcio a 5 e sarà protagonista con la Nazionale di San Marino. Questa non me la posso perdere e nel giro di qualche ora ho telefono e foto sulla mia mail. Un ragazzo (classe 1983) che è passato dall’olimpo dei due titoli nel Motomondiale alla normalità di un bar di San Marino, a lavorare in mezzo alle gente per ritrovare se stesso e cancellare paure e timori che lo avevano fatto scendere dalla moto. Manuel Poggiali oggi è cresciuto, gioca col figlio Claudio e fa giocare tanti suoi concittadini. Ecco il suo racconto, dal futsal alla moto in un percorso in retromarcia alla scoperta di un campione diventato uomo.


“Oggi lavoro al comitato olimpico di San Marino, mi occupo dell’organizzazione degli eventi – spiega Manuel. – Le iniziative sono tante e vanno dai Giochi dei Piccoli Stati alle Olimpiadi, fino alle nostre attività che puntano molto sui giovani”.
Questo è il lavoro, ma nel Poggiali di oggi si è scoperta una passione che parte da lontano.
Da piccolo il primo sport è stato il calcio, passione viva ancora oggi non solo nel tifare Milan. Da qualche anno ho iniziato col calcio a 5 con la squadra del mio castello, il Pennarossa.
Dal divertimento alla Nazionale, un passo breve.


Tutto è nato quasi per gioco, tra amici, per tenersi in forma. Poi è diventato più di una semplice partitella, fino alla chiamata del ct Mularoni che mi ha inserito tra i 14 della Nazionale.
Una chiamata che ti ha portato in Finlandia a giocare le qualificazioni per gli Europei del 2012.
Tutto è avvenuto in fretta. A dicembre la prima uscita col Montenegro e ora via verso nord. Siamo una Nazionale giovane che deve fare esperienza.

Qual è il ruolo di Poggiali calciatore?
Sono un gran corridore coi piedi buonini (sorride, ndr) e sono a mio agio in fase difensiva, senza però disdegnare qualche inserimento in attacco. Di sicuro metterò il massimo dell’impegno, come facevo quando correvo in moto.

Che cosa rappresenta il futsal per San Marino?
Il campionato è partito da pochi anni ma sta raccogliendo sempre più consensi anche tra i giovani e non solo tra chi lascia il calcio. La federazione punta su questa disciplina, possiamo solo crescere.
Questo è il presente, ma come non ricordare le tue braccia al cielo nel passato vincente…
Con le moto ho vissuto giorni indimenticabili. Sono stato un pilota che è uscito da momenti bui, dove ho perso delle battaglie ma non la guerra.

Manuel, perché sei sceso dalla moto?
Una scelta ponderata, dettata da tante cose. Non provavo più le stesso emozioni dei primi anni e tutto diventava sempre più difficile. Mancavano gli stimoli e la cattiveria, impossibile continuare.

Non hai rimpianti?
Nessuno, la scelta di dire addio alle corse è stata serena. Sono contento di tutto quello che ho fatto perché ho raggiunto quello che volevo. Vivo forti emozioni anche adesso, sono rimasto nel mondo dello sport e difendo i colori della mia terra.

Abbiamo parlato di presente e passato, il futuro porta il nome di Claudio, tuo figlio.
Claudio era mio padre, grazie a lui sono diventato un campione del mondo. Purtroppo mi ha lasciato presto e mio figlio porta il suo nome. Io cercherò di essere un bravo papà come lo è stato lui per me. Sarà lui a decidere cosa fare da grande.

In Finlandia, San Marino perderà tutte e tre le partite; la prossima volta andrà meglio.
QUOTIDIANO VICENTINO