Quando sento frasi demagogiche e frettolose come “abbassiamo gli stipendi agli statali” fatico a trattenere il sangue che ribolle nelle vene per la rabbia e perdo il mio proverbiale aplomb inglese. Più di una volta ho attaccato certi effetti distorti della nostra amministrazione pubblica, ma questo non vuol dire che all’interno della PA non ci siano persone oneste e lavoratrici e soprattutto cittadini con delle famiglie da mantenere ed un tenore di vita che uno stato ha il dovere di garantire ad un livello dignitoso. Credo di essere imparziale al massimo quando dico che tagliare gli stipendi in modo scriteriato sia non solo una proposta politicamente scorretta ma la trovo fortemente contraria anche ai principi di uguaglianza e proporzione che permeano il nostro ordinamento. In primo luogo è ovvio che si deve distinguere chi porta a casa uno stipendio medio/medio basso, da chi ne porta a casa uno medio alto, da chi porta casa uno stipendio altissimo o una pensione dorata. E’ ovvio che non si potrà togliere sostentamento ad una famiglia che vive con 2.000 Euro al mese o meno, nella stessa proporzione di chi vive con il doppio il triplo o il decuplo alla seconda; è ovvio che in un’ottica di tagli quelli a dare un po’ di più dovrebbero essere quelli che prendono un po’ di più e che possono meglio organizzarsi anche in una politica di austerity.
Ma in realtà è l’intera politica dei tagli fini a se stessi ad essere sbagliata e fallace. I tagli si possono fare cominciando dall’ottimizzazione, da una riforma della PA funzionale al paese e non ai piccoli feudi di partito, da una politica di indipendenza energetica, da un’ottica di trasparenza negli appalti pubblici. Ma in attesa di tutto questo, credo che il miglior modo di agire sia perseguire con tutte le nostre forza una politica che aumenti le entrate dello stato con tutti i metodi che la Legge e le circostanze ci consentono. A questo punto non si può prescindere dalla creazione di 4 o 5 grandi resorts con case da gioco, spa di livello internazionale, terme, sale congressi e le relative infrastrutture di contorno che garantiscano al nostro sistema turistico e recettivo una rinascita totale che attiri utenza stanziale e benestante; ci sono persone che si fanno 6 ore di macchina per trascorrere un weekend in Slovenia o in Croazia, paesi che fino a 20 anni fa uscivano dalla devastazione di guerra e dittatura e che ora rifioriscono con un turismo ricco; questa è un’opportunità alla nostra portata che porterebbe lavoro vero, legale tangibile e rinnovato benessere collettivo. Aeroporto, strade e collegamenti all’altezza, un grande parco di divertimento, le grandi griffes della moda, la riorganizzazione e riconversione urbanistica di aree non sfruttate adeguatamente, sarebbero tutti steps imprescindibili per ridare al paese la vitalità commerciale che merita e la riconversione del sistema economico in una nuova ottica lungimirante e liberalizzata che attrarrebbe sicuramente nuovi capitali ed investitori dall’estero. Questa piccola rivoluzione è possibile, inoltre è possibile nel brevissimo periodo basta avere la volontà politica di farla e di farla per il bene collettivo senza falsi moralismi che servono solo a mascherare interessi particolari che hanno creato l’attuale situazione di deficit e immobilismo.
Questa scelta, invece, a cui credo e per la quale lotterò con tutte le mie forze ci consentirà di dare respiro al nostro sistema paese e di affrontare questa delicata fase con più serenità e potere contrattuale per rilanciare i rapporti esteri; darà ai nostri giovani posti di lavoro e opportunità nuove, comincerà a bypassare il vecchio sistema ormai morto e porterà in poco tempo le risorse necessarie per stabilizzare il paese e garantirgli un futuro non solo senza tagli ma con tante opportunità in più.
Alfredo Manzaroli